Abbiamo attraversato, e ancora non ne siamo fuori, una fase straordinaria della nostra vita. Mai avremmo pensato di essere così vulnerabili dinanzi alla malattia. In una società evoluta e tecnologica, con una medicina avanzatissima, l'umanità si è riscoperta debolissima dinanzi ad un virus come il Covid-19: tutti siamo stati colti di sorpresa e, forse, ancora non ci siamo resi conto di essere impotenti dinanzi a questi flagelli.
Il nostro Paese ha vissuto, e ancora sta vivendo, la fase drammatica del dolore per le oltre 35mila vittime e una crisi economica devastante, che probabilmente ancora dovrà dare il peggio di sé.
Di fronte a ciò, tutti insieme abbiamo reagito mettendo al centro del nostro impegno la vicinanza e il sostegno alle persone colpite dalla malattia, dal dolore, dai lutti, quelle che hanno perduto il lavoro, quelle più in difficoltà, quelle che sono vittime delle nuove povertà create dalla pandemia.
Il nostro Movimento si è speso molto anche e soprattutto attraverso i servizi, strumenti di prossimità, che in questo momento si sono rivelati essenziali per il Paese, a dimostrazione che coloro che sostengono la disintermediazione dei corpi intermedi non hanno una visione autenticamente solidale ma, soprattutto, concreta della società di oggi.
In questo contesto, il lavoro fatto dagli uffici del nostro Patronato è stato encomiabile. Il ringraziamento va a tutti i nostri operatori e collaboratori, dalla direzione alle sedi periferiche. E il nostro grazie non sarà mai abbastanza grande. Nel periodo più difficile, con la pandemia dilagante, i nostri uffici sono sempre rimasti aperti, anche nelle zone più drammaticamente colpite dal male. Lombardia, Piemonte, Toscana Veneto, Emilia Romagna: quelle zone "rosse" che hanno pagato i prezzi più cari. Ma in tutto il Paese la gente ha potuto contare su di noi e sul nostro patronato.
Con tutti gli accorgimenti per garantire la sicurezza dei nostri operatori e degli utenti, ricorrendo al lavoro agile, al distanziamento negli uffici, alle prenotazioni, al potenziamento dei rapporti telematici, il nostro Patronato SIAS è stato strumento operativo sul territorio. Lo è stato perché ci è naturale, perché è la nostra missione, perché con il patronato, come con gli altri servizi, il MCL realizza le opere che sono lo strumento visibile della presenza e, quindi, della nostra politica. Tutte le prestazioni previste dalle normative emergenziali - quali il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (decreto Cura Italia) e il decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (decreto Rilancio) -, sono state oggetto di migliaia di domande pervenute in tutti gli uffici d'Italia, per richiedere l'applicazione di sostegno in favore dei lavoratori, delle famiglie, dei più deboli. Da questa drammatica esperienza tutti noi che abbiamo responsabilità - dirigenti, responsabili e operatori – dovremo, tra le tante cose, cogliere ancor di più il significato delle presenza profonda e discreta che le nostre sedi hanno saputo assicurare.
Tutto questo ha dimostrato una volta di più che il MCL è soggetto attivo nella società italiana e interagisce con la gente attraverso i suoi servizi: questo ci dovrà stimolare ancora di più ad affrontare per i prossimi tempi la sfida dell'implementazione dei nostri servizi, per il loro valore sociale ed economico, dedicando risorse e investimenti a livello centrale e territoriale, con una politica sinergica di investimento, sviluppo ed efficienza. Consapevoli di lavorare tutti per il “sistema MCL”, per promuovere una maggiore giustizia sociale attraverso il Patronato SIAS, come dice l’art. 2 del nostro Statuto, nella cornice della promozione e dell'affermazione dei principi cristiani nella vita, nella cultura, negli ordinamenti e nella legislazione, come dice il nostro fondamentale art. 1.
Guglielmo Borri
Presidente del Patronato SIAS