COMUNICATO STAMPA
FINANZIARIA, FLESSIBILITA’, LAVORO AUTONOMO, CLASSISMO NEL MERCATO LAVORO: NE HANNO DISCUSSO PER DUE GIORNI A MILANO MCL, ADAPT E I MASSIMI ESPERTI DEL LAVORO A LIVELLO INTERNAZIONALE
Quale futuro per le politiche del lavoro alla luce delle prime indicazioni di politica economica e fiscale approvate dal governo?
Questo in buona sintesi il tema centrale della due giorni di dibattito, che si è tenuto a Milano venerdì 6 e sabato 7 ottobre u.s., con la partecipazione di economisti, sindacalisti, esperti di diritto del lavoro.
Il seminario internazionale, promosso dal Movimento Cristiano Lavoratori e dall’ Associazione per gli studi internazionali e comparati sul diritto del lavoro (Adapt), guidata dal prof. Michele Tiraboschi, a suo tempo stretto collaboratore del compianto prof. Marco Biagi, ucciso dalle Brigate Rosse, è stato dedicato al tema “La strategia di Lisbona tra presente e futuro – Il capitale umano nel nuovo mercato del lavoro” ed è stato realizzato con in contributo della Ue.
“Le politiche governative - ha detto il presidente del Mcl, Carlo Costalli, presentando la manifestazione - dovranno tenere conto dei passi avanti che le politiche del lavoro hanno compiuto in questi anni e delle tante opportunità occupazionali che ne sono scaturite, e che non devono essere ora vanificate da inutili e pericolosi irrigidimenti delle norme che regolano l’accesso al lavoro’’.
Guardando a uno scenario europeo, Costalli ha ricordato che “La strategia di Lisbona ha l’ambizioso obiettivo di fare dell’Europa l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e maggiori posti di lavoro e più coesione sociale. I singoli Stati devono innalzare drasticamente il loro capitale umano attraverso ben più elevati tassi di istruzione, di apprendimento permanente, di occupazione e di partecipazione al mercato del lavoro. Per noi del Mcl, la democrazia economica ci appare sempre più come il più naturale esito della democrazia politica. Senza la prima anche la seconda diventa asfittica. E come nella democrazia politica, così anche in quella economica il ruolo del cittadino–lavoratore è costitutivo. Il successo della organizzazione competitiva globale non viene solo dalla riduzione dei costi, ma molto dalla flessibilità e dal coinvolgimento. Il successo nasce da flessibilità e partecipazione. In questo contesto anche la gestione del salario è sempre più legata ai risultati di impresa (non solo all’incremento della produttività)”.
Secondo Costalli “Il crescere di importanza di materie come l’ambiente e la sicurezza o la formazione dei lavoratori implicano sempre più un approccio relazionale non solo negoziale o conflittuale, ma partecipativo. Il contesto pur irto di difficoltà non è alternativo all’affermarsi della democrazia economica e della partecipazione. La strada da percorrere è indubbiamente ancora lunga, ma come la globalizzazione è irreversibile. La emancipazione e la tutela del lavoro non si esauriscono in buoni salari e decenti condizioni professionali, ma nella capacità di incidere sulle decisioni. Solo la miopia o la malafede impediscono che questo orizzonte si affermi, non le condizioni oggettive. Ma qui è una sfida anche per il sindacato e la sua capacità di rinnovarsi, abbandonando l’ antagonismo per assumere, nettamente e decisamente, la strategia riformista della codeterminazione o della partecipazione”.
“Il Mcl -ha sottolineato il presidente del Mcl- andrà deciso su questa strada per valorizzare di più il capitale umano nel nuovo mercato del lavoro offrendo uno specifico contributo di proposte e di dialogo intessuto di valori. Perché il punto è che in Europa cresce un’area di sfiducia e scetticismo sulla strategia europea. Per contrastare questa deriva servono ‘idee forza’ capaci di coinvolgere le popolazioni, di far sentire partecipe il cittadino-lavoratore’’.
La due giorni di Milano è stata anche l’occasione per esprimere un primo scettico giudizio sulla legge Finanziaria 2007: “Chiediamo al governo un gesto di umiltà e di realismo”, ha detto in proposito Costalli. “Chiediamo un atto capace di restituire fiducia al mondo della produzione e soprattutto delle piccole imprese e dell'artigianato che è quello maggiormente impegnato nell'innovazione e a favorire la crescita occupazionale; il governo non insista in un messaggio di tipo punitivo e classista, usando la leva fiscale in un modo che il sistema economico e i cittadini e gli investitori non comprendono, con il solo merito di creare paura e sfiducia e quindi di penalizzare gli investimenti”.
Secondo Costalli “non c'è flessibilità che tenga di fronte all'immobilismo, e non vorremmo che nei prossimi mesi cominciassimo a contare i posti di lavoro persi. Al governo perciò chiediamo di accogliere le critiche e le giuste rimostranze che vengono dal mondo del lavoro, e di rivedere l'impianto della finanziaria, introducendo meccanismi fiscali e contributivi capaci di liberare risorse e di completare le norme introdotte con la ormai famosa legge Biagi che, al di là dei suoi limiti, ha contribuito ad accrescere enormemente l'occupazione, soprattutto giovanile, dando anche un forte impulso alla stabilizzazione dei posti di lavoro”.
Tra gli intervenuti alla manifestazione milanese anche il prof. Giuliano Cazzola, uno fra i maggiori esperti di problemi di welfare e del mercato del lavoro a livello europeo: “Il modello sociale europeo - ha detto - è come il sacro romano impero dell'età di mezzo, quando non era più sacro, né romano, né impero. Non esiste un modello sociale che possa riassumere e ricomprendere la complessità dei sistemi europei, molto differenti fra di loro e generalmente insostenibili sul piano economico e non equi sul piano sociale. L'Unione Europea -ha sottolineato Cazzola- vive al di sopra delle sue possibilità e non è in grado di adeguare le sue politiche alle esigenze della competitività e della modernizzazione. Per sbloccare la situazione è necessaria non meno, ma più Europa, bisogna che si superino i limiti del metodo del coordinamento aperto, per consegnare all'Unione Europea una governance multinazionale. Occorre cioè una Maastricht per lo stato sociale”.
“La riforma del mercato del lavoro introdotta dalla legge Biagi non ha alternative credibili”: questo la convinzione di Michele Tiraboschi, presidente dell’Adapt. “Il nostro Paese ha urgente bisogno di rilanciare i livelli occupazionali, di uscire dalle sabbie mobili del mercato nero, di dare maggiore incisività e dinamismo alla propria economia, più tutele al lavoro femminile e all’occupazione giovanile. Per raggiungere questi obiettivi, ambiziosi rispetto alla situazione attuale ma minimi se si vuole rimanere agganciati ai parametri internazionali dei Paesi europei più sviluppati, occorre investire risorse importanti sul capitale umano: in quest’ottica la legge Biagi rappresenta l’unica risposta possibile, e per questo va difesa con coraggio fino in fondo”.
Tiraboschi, che nel suo intervento si è soffermato sui cosiddetti ‘sportelli Marco Biagi’, “un esperimento pilota lanciato per ora solo a Milano”, una sorta di punto di incontro nato per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, “che si spera presto di estendere anche nel resto del Paese”, non ha nascosto le preoccupazioni che derivano dall’atteggiamento del Governo attuale: “c’è da essere preoccupati, ha detto, visto che si sta discutendo se tornare indietro a un regime di 50 anni fa: è innegabile che una parte del Governo guarda in modo allarmante all’indietro. E tuttavia, anche se la riforma Biagi dovesse essere stravolta nelle sue linee guida, o addirittura temporaneamente cancellata, essa prima o poi finirebbe comunque col tornare in vita, magari anche tra dieci anni, perché è l’unica via d’uscita per rilanciare il nostro mercato del lavoro”.
Il Segretario della Cisl Raffaele Bonanni, intervenuto al Convegno con un messaggio, ha sostenuto che “Per governare lo sviluppo e la competizione con equità e consenso, è indispensabile il contributo di tutti i corpi collettivi, del mondo dell'associazionismo, del terzo settore, in generale della società Italia. Ecco perché è indispensabile allargare le alleanze sociali, in una logica sempre più visibile di autogoverno e di protagonismo associativo. Occorre un nuovo ruolo propulsivo dei corpi intermedi che assicuri la partecipazione dei lavoratori alle grandi scelte del paese. Questa è la strada che la Cisl indica da anni, attraverso la politica di concertazione. Purtroppo nel nostro la paese, la concertazione è stata praticata a corrente alternata e, spesso, è stata messa in un angolo dalla politica. Ma non esiste alternativa in una società complessa, dove la concertazione serve a fissare con le istituzioni gli obiettivi da raggiungere, distribuendo pesi e responsabilità collettive a tutti i soggetti che operano e interagiscono nella società. E il primo obiettivo rimane il lavoro, come occasione e come cultura. L'Italia è ancora ben lontana dal protocollo di Lisbona, perché non si è fatta in questi anni una politica specifica per estendere il lavoro alle donne, soprattutto nelle aree meridionali, ai giovani, agli ultracinquantenni che spesso vengono espulsi dal ciclo produttivo. In secondo luogo dobbiamo estendere il ruolo attivo dei lavoratori, sia con la contrattazione, sia con la partecipazione a tutti i livelli di decisione del sistema produttivo. In terzo luogo dobbiamo riuscire ad includere tutti i cittadini in una distribuzione più equa della ricchezza, lavorando ad una riforma dello Stato sociale che preveda l'intervento di tutte le associazioni,in una logica di sussidiarietà, per estendere i diritti e le garanzie sul piano dei servizi,del collocamento, dell'assistenza ai più deboli, della formazione.
Con questi auspici, mi auguro che la Cisl possa continuare a lavorare insieme al Movimento Cristiano Lavoratori, in una rinnovata alleanza strategica, per favorire il progresso economico e sociale del nostro Paese” ha concluso Bonanni.
Ai lavori hanno partecipato anche, tra gli altri, il Vicepresidente del parlamento Europeo Mario Mauro, il Parlamentare PPE-DE Elmar Brok, il prof. Carlo Dell'Aringa docente di Economia Politica presso l'Università Cattolica di Milano, il prof. Malcolm Sargeant docente di diritto del lavoro presso la Middlesex University Business School di Londra, i giornalisti Rita Fatiguso de "Il Sole24ore" e Paolo Viana di "Avvenire".
Milano, ottobre 2006