Alexa© è lo “pseudonimo” di un dispositivo ormai presente in molte case in una delle sue versioni chiamata “Echo Dot”. Non tutti conoscono le grandi potenzialità di questo apparecchio elettronico di casa Amazon, così come non tutti conoscono i vari aspetti del suo diretto concorrente Google Home. Simili archibugi vanno classificati sotto il nome di smart speaker o altoparlanti intelligenti e rientrano nella galassia dei dispositivi per la casa intelligente (c.d. domotica). L’intelligenza artificiale programmata su di essi prende il nome di Assistente virtuale o vocale: è la “persona virtuale” presente anche in altri dipositivi come smartphone, computer e tablet (Siri per Apple, Cortana per Microsoft, Google Assistant per il mondo Google e Android). Alexa, più precisamente, è l’assistente virtuale nato principalmente per la galassia di dispositivi Amazon (ad esempio Echo Dot).
Lato utente la principale funzione che emerge è la possibilità di interagire con il dispositivo tramite la voce umana (in gergo tecnico in “linguaggio naturale”) quindi senza l’adozione di dispositivi come tastiere e mouse e senza aver bisogno di un linguaggio di programmazione definito (come Visual Basic o Java). Il dispositivo sarà in grado di interpretare la voce e il linguaggio umano attraverso appositi potentissimi algoritmi tali da rendere la comunicazione il più naturale possibile, limitando gli adattamenti che l’umano deve compiere rispetto alla sua intelligenza artificiale. In un apparecchio di pochi euro c’è un sunto della ricerca scientifica più evoluta degli ultimi 10-15 anni: riconoscimento vocale, interpretazione del linguaggio umano, intelligenza artificiale e data mining per classificare domande e dare risposte coerenti, applicazioni appositamente progettate per tali dispositivi (chiamate Skill per Alexa e Action per Google Home) per eseguire servizi in base alle risposte (ad es. leggere un libro a voce alta, fornire informazioni su un argomento, suonare il nostro brano preferito etc..), sintesi vocale con cui Alexa e Google Home forniscono la risposta ai dilemmi dell’utente, tecnologie adattive, ovvero, che sulla scorta della storia di utilizzo abilita un’esperienza personalizzata basata sulla raccolta (ebbene sì!) dei nostri dati con tutti i limiti e le potenzialità basate sul consenso, e sul corretto trattamento.
L’integrazione con altri dispositivi è un’altra grande risorsa degli smart speaker. Ad esempio si possono collegare diversi dispositivi fra di loro per diffondere uniformemente l’ascolto di un brano musicale in tutta la casa, oppure, per aumentarne la potenza di ascolto o, ad esempio, per farli comunicare tra di loro con la funzione Drop In (chiamata tra dispositivi associati). Oltre al collegamento con dispostivi omogenei, Echo Dot (alias Alexa) può essere collegato a dispositivi diversi come prese intelligenti e telecomandi remoti per attivare e disattivare altri dispostivi come elettrodomestici, lampade, tapparelle, televisori, condizionatori, termometri digitali, caldaie etc.. Esistono apparecchi che supportano nativamente (cioè, senza necessità di ulteriori dispositivi) l’interazione vocale con Alexa. Altri, invece necessitano di moduli compatibili “Alexa” da installare, ad esempio, al tv o al condizionatore, o di moduli che fanno da interfaccia standard a diverse piattaforme (c.d. Hub). Una soluzione che a noi piace tanto è quella “bridge” che usa protocolli come broadlink e IFFTT: in pratica, facciamo ponte con i dispositivi mediante apparecchi che colloquiano con Alexa e al tempo stesso utilizzano un mezzo standard per colloquiare con i dispositivi esterni, come comuni telecomandi a raggi infrarossi. Questa integrabilità rende le possibilità di creare soluzioni di domotica pressoché infinite.
Innanzitutto diciamo che da un test sul campo i due dispositivi sono molto paragonabili ma allo stato attuale il primo eccelle nelle qualità audio e nell’integrazione con il mondo Amazon, il secondo invece trova beneficio dalla enorme mole di dati per l’addestramento in possesso di casa Google, per cui Google home, in base ad esperimenti di base, sembrerebbe eccellere nella vastità di risposte in grado di fornire all’utente e sull’articolazione logica delle stesse. La scelta tra i due è legata anche alla qualità dei servizi offerti dalle due case produttrici.
In questo articolo ci soffermeremo su Alexa. Il motivo? La sua voce ci ha colpito e ha meritato la nostra attenzione. Soprattutto se consideriamo che essa nasce direttamente in digitale. Non è frutto di registrazioni avvenute a priori: sembra una sorta di miracolo! Aver dato voce a un essere inanimato! L’intercalare e l’espressività sono degne di una comunicazione molto naturale. L’interazione con lo smart speaker inizia sempre chiamandolo per nome (“Alexa”, per Echo Dot), ma può esser cambiato dalle impostazioni.
Alcuni possibili scenari di utilizzo quotidiano possono così essere i seguenti:
- Alexa, quanti sono gli abitanti di Benevento? - Alexa, come sarà il meteo domani? - Alexa, mi dai la ricetta per il babà? - Alexa, imposti la sveglia per domani mattina alle 6.00 con la musica? - Alexa, avvisami tra 5 minuti che il caffè è pronto - Alexa, metti musica per rilassarmi - Alexa, aggiungi il pane alla lista della spesa - Alexa, metti radio XXX (richiede installazione della skill apposita) - Alexa, leggimi Harry Potter (richiede installazione di Audible© o altra SKILL con funzioni simili) - Alexa, leggimi le notizie di oggi - Alexa, spegni lampada smart alle 23.00 - Alexa, leggimi gli appuntamenti di oggi - Alexa, imposta appuntamento per sabato alle ore 20,00 a Teatro (richiede configurazione del calendario Alexa) - Alexa, accendi tv (richiede tv compatibile o apposito dispositivo mediatore) - Alexa, metti Canale XX sulla tv (richiede tv compatibile o apposito dispositivo mediatore)
Questo è un saggio delle potenzialità che potrete sperimentare. Sui siti ufficiali troverete le liste complete di interazioni possibili con Alexa ©, in continuo aggiornamento. Accenniamo soltanto che Alexa illuminandosi comunica anche mediante i colori: in uno dei prossimi appuntamenti spiegheremo il significato ulteriore di questa modalità interattiva.
Michele Cutolo
Vicepresidente nazionale MCL