E' di questi giorni la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM "Rilancio" tanto atteso quanto tormentato nella sua fase di realizzazione. Dal nostro punto di vista parlare di rilancio riferendosi al Terzo Settore, e alle APS in particolare, è un'espressione un po' ardita, anche se, a onor del vero, questo Governo si pone sulla scia di quelli di destra e di sinistra che lo hanno preceduto. Non che ci si aspettasse chissà che cosa, ma dobbiamo rilevare che la maggiore attenzione al nostro settore arriva fortunatamente anche in queste ore dalle Amministrazioni Locali. A dire il vero chiunque fa il dirigente del Movimento sa che è necessario un confronto continuo con Quartieri, per chi ce li ha, Comuni, Province, (entità quasi mitologica che nonostante la riforma continua in tante zone tranquillamente ad esistere) e Regioni.
Il Presidente Costalli recentemente annoverava fra i suoi principali dispiaceri di questo periodo il non aver potuto realizzare l'Assemblea degli Amministratori Locali vicini al Movimento, convocata a Roma per la fine di Febbraio. Non si può essere che d'accordo, anche perché il numero e la qualità di quelli che avrebbero partecipato sarebbe stata un'occasione fondamentale di crescita per il Movimento.
Si diceva nell'articolo precedente a questo riguardante il Terzo Settore, che le Associazioni di Promozione Sociale avevano, e hanno, una funzione che riguardo alla formazione della cittadinanza anticipa quella degli altri corpi intermedi. Sarebbe interessante sapere quanti di quegli amministratori vicini a noi di cui sopra hanno cominciato la loro esperienza nel sociale, che poi li ha portati all'impegno politico, vivendo a 360 gradi la vita di un nostro Circolo. Concetti come quello di democrazia interna, di capacità di ascolto e di conseguente sintesi tra le varie esigenze che si possono manifestare, necessità di assumersi delle responsabilità, qualche volta anche con rischi notevoli, molto probabilmente sono stati appresi e vissuti all'interno della vita dei nostri Circoli.
Il Movimento è questo, lo Statuto nei suoi primi articoli è chiarissimo su quello che siamo e che aspiriamo ad essere e non sarebbe male, e lo dico prima di tutto a me stesso, che ogni dirigente ogni tanto ci desse un'occhiata, soprattutto lo ripeto agli articoli fondanti, a quelli che definiscono la nostra identità, a quelli cioè che non sono soggetti a interpretazioni ma solo ad un'applicazione il più fedele possibile. E' questo il nostro tratto distintivo, è questo che ci permette di essere riconosciuti, "annusati" anche all'esterno, soprattutto da chi deve legiferare e amministrare.
Citando una situazione che conosco bene, mi perdonerete, non è mica un caso che la Regione Toscana abbia diramato, una volta conosciuto il contenuto del DPCM, un'ordinanza (la numero 57 del 2020) in cui, dopo aver elencato tutte le attività che potevano riaprire, ha aggiunto un articolo (il 19) in cui si specifica che la possibilità di ripresa dell'attività di somministrazione e le regole conseguenti si applicano anche a tutti quelli che non sono previsti negli articoli precedenti, intendendo così applicare anche ai Circoli quello che vale per le attività commerciali. E tantomeno è un caso, che pressoché tutti i Comuni, di qualsiasi orientamento politico, abbiano permesso addirittura in anticipo l'asporto dei beni di consumo da parte dei Circoli ai loro associati, sapendo che questo corrispondeva ad un bisogno della popolazione, oltre che ad una necessità per la sopravvivenza dei Circoli stessi, ben sapendo che passata l’emergenza essi ritorneranno a svolgere la loro preziosa opera fatta di offerta sociale complessiva. Si badi bene che questo, che potrebbe sembrare un particolare, nasce da una conoscenza precisa della funzione dei Circoli in determinati territori, e lo si fa sapendo che in qualche maniera si va a confliggere con gli interessi di altre categorie ben più strutturate e delle loro associazioni di rappresentanza.
Questo è solo un esempio, sicuramente non esaustivo, di come la riconoscibiltà e l'originalità della presenza delle APS sul territorio renda naturale una loro valorizzazione.
Il Movimento deve solo ringraziare i suoi Servizi, la professionalità e la generosità con le quali a tutti i livelli si fa assistenza a chi la chiede. Ma i Servizi da soli non bastano, sono strumenti del Movimento come dice in maniera chiarissima lo Statuto, il Movimento deve essere principalmente altro, deve elaborare strategie, indicare soluzioni ai problemi, creare cittadinanza attiva, contribuire in ultima analisi a costituire uno spirito di comunità.
Il riferimento è la Dottrina Sociale della Chiesa, e il contributo dei laici è fondamentale affinché possano applicarsi i principi che la ispirano nella vita di tutti i giorni. Lo ripeto, non è soltanto una scelta di principio, la nostra forza sta principalmente nell'originalità del nostro contributo. Tutto il resto serve, è assolutamente utile, ma rimane un mezzo da non confondersi mai, per definizione, con il fine.
Tutto questo porta e porterà anche a risultati concreti perché, inevitabilmente chi legifera e amministra ne dovrà tenere di conto, e questo avverrà tanto più se sarà percepito come utile ai propri interessi, stavolta intesi in senso positivo, in quanto contributo alla costruzione del bene comune.
Giovanni Pecchioli
Responsabile Mcl per il Terzo Settore