Quello che Ursula Von der Leyen ieri al Parlamento Europeo ha chiamato "Next generazione EU" dovrebbe, se approvato, portare all'Italia la quota più alta dei 750 miliardi previsti: al nostro Paese verrebbero assegnati 172,7 miliardi di cui buona parte a fondo perduto.
Sicuramente, come ha detto Gentiloni, questa è una "svolta senza precedenti" e bisogna riconoscere il buon lavoro del nostro Commissario. L'Olanda però non è d'accordo ed i negoziati saranno sicuramente lunghi e complessi!
L'euforia governativa di ieri sera e di oggi è sicuramente comprensibile, ma mi sembra un po' troppo frettolosa, bisognerà vedere al momento giusto cosa uscirà concretamente dall'UE. Per ora la Presidente ha annunciato un piano "Recovey Fund" che potrebbe essere un ottimo segnale per le future generazioni.
Io sono molto preoccupato, non tanto e non solo per la quota di debito che costituirà "il nostro regalo" per le nostre future generazioni ma per dare la gestione di tanta moneta ad "una squadra di incompetenti" qual è il nostro Governo oggi: questo mi fa tremare le gambe!
L'occasione per ripensare al nostro futuro non sembra venir colta né dal governo né dall'opposizione. La nostra classe dirigente "continua" ad alzare la voce - come in una campagna elettorale permanente - ma non riesce a far trasparire ragionamenti seri sul futuro: di progetti non se ne vedono e quando si parla emerge solo la "povertà" del tutto...
Il nostro Paese chiede riforme in molti settori: fisco, giustizia, scuola sembrano essere, col lavoro, le priorità assolute ma guardando alla giustizia, in questi ultimi tempi, o alla scuola non possiamo che rilevare "solo sceneggiate" tipiche, ormai, di vecchi e sbiaditi ricordi.
Il risveglio post "covid 19" potrà essere circondato da miliardi di euro provenienti dall'UE e non si capisce "dove" questi possano essere "investiti"!
Le nuove tecnologie hanno cercato di rappresentare l'idea di un Paese moderno ma, in vero, sappiamo che non era tutta la Nazione e non tutte le tasche ad essere coinvolte in pieno in questa esperienza. Pensare ad uno smart working per tutti non è ancora possibile, pensare ad un insegnamento da remoto vuol dire non aver consapevolezza di cosa la scuola sia nella sua essenza più vera! Rinviare la questione del fisco vuol dire "sostenere lo status quo". Lasciare l'idea che col monopattino si contribuisca ad uscire dalla crisi equivale a dare "un balocco" al bambino che piange!
Dare la gestione di questo tesoro - che proviene dall'UE - a questi ministri non ci garantisce che il "Recovery Fund nazionale" sia realmente collegato ad un "piano di sviluppo" che sappia guardare davvero anche al nostro Mezzogiorno.
Il premier Conte parla molto di "trasparenza", usa bene i termini “dobbiamo”, “occorrono”, “stiamo lavorando per...”, ma la transizione verso il "nuovo Paese" non si intravede!
Tra le pieghe del decreto ex aprile continuano le "norme" ad personam: la stampa osservante tace e l'opposizione è impegnata in altre cose. La vicenda della depenalizzazione dei reati legati alle trattenute non versate della tassa di soggiorno pagata dai turisti negli hotel ne è un caso evidente... La bufera giudiziaria che coinvolge il ministro della giustizia ne è un ulteriore tassello. Della farsa scolastica non voglio parlare.
La mia unica speranza rimane legata ai vincoli ed ai controlli europei: forse solo da lì potranno arrivare linee chiare di comportamento e di verifica.
Oggi dobbiamo spengere l'entusiasmo degli annunci e se "soldi veri" arriveranno (quando?) dobbiamo impegnarli per il vero futuro dei giovani. Ma il dramma vero ora è legato al pensiero che la gestione di questi soldi passa per "questa squadra" di incompetenti: l'Italia merita di meglio.
Piergiorgio Sciacqua