COMUNICATO STAMPA
COSTALLI (MCL): FLESSIBILITA’ E SALARI SIANO AL CENTRO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE.
SERVONO PROPOSTE CHIARE, CONCRETE E SICURAMENTE REALIZZABILI
“Oggi, più che la flessibilità, le nuove emergenze e le vere preoccupazioni per le famiglie sono la questione salariale e il senso di insicurezza e di instabilità che riguardano il posto di lavoro: si tratta di vere e proprie priorità che, come tali, devono essere poste al centro dei programmi dei partiti durante la campagna elettorale”: è quanto ha affermato questa mattina il presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, intervenendo a Milano ad un’assemblea di iscritti e dirigenti del Movimento sul tema Lavoro – flessibilità – salari.
“Ma come uscire dalla crisi rilanciando il Paese? - si è chiesto quindi il leader del Mcl - E’ indispensabile spostare la contrattazione ad un livello più aziendale e territoriale, per distribuire ai lavoratori gli aumenti di produttività e, nel contempo, garantire maggiore sicurezza anche attraverso l’applicazione del Decreto di recente approvazione” su cui Costalli ha espresso un giudizio positivo.
“Il governo - ha continuato - deve sostenere questo processo defiscalizzando tutto ciò che si contratta nel secondo livello e aumentando le deduzioni per le famiglie numerose, per chi ha familiari a carico e persone bisognose di assistenza”.
“E’ importante che nell’attuale fase della campagna elettorale questi temi siano sul tappeto e che le forze politiche facciano proposte chiare, concrete ed effettivamente realizzabili, uscendo dalla rincorsa di slogan elettorali e da promesse illusorie. D’altra parte anche le parti sociali devono impegnarsi per trovare il consenso degli imprenditori e dei lavoratori per costruire un nuovo assetto di relazioni industriali. E’ indispensabile instaurare nuove relazioni industriali senza autoreferenzialità ma con responsabilità”.
Costalli ha poi chiesto con forza di riprendere il percorso per arrivare ad uno “Statuto dei lavori in grado di estendere diritti e tutele a chi oggi non ne ha, e di non chiudersi in difese corporative”.
“In Italia – ha concluso il leader del Mcl – la flessibilità è diventata precarietà perché molte imprese ne hanno fatto un uso selvaggio, in assenza di regole e di ammortizzatori sociali”.
2 aprile 2008