COMUNICATO STAMPA
“Ho la sensazione che chiamarlo ‘decreto dignità’ sia una forzatura, un’operazione di etichettatura, di marketing, una trovata a tavolino per infiocchettare un provvedimento che ha in sé certamente qualche buona idea ma anche una buona dose di propaganda e di populismo”: così Carlo Costalli, Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, esprime il suo pensiero sul provvedimento in discussione in Parlamento.
“Tra gli aspetti che ci convincono ci sono senz’altro le limitazioni alla pubblicità sul gioco d’azzardo, la penalizzazione per chi delocalizza, le norme a contrasto dei licenziamenti selvaggi…”, ha continuato il leader del MCL, “e tuttavia – ha aggiunto – forti perplessità destano i provvedimenti in materia di lavoro che, a nostro avviso, sono ben lontani e comunque del tutto insufficienti a rilanciare l’occupazione, che è il vero nodo del sistema-Italia”.
“Così, le rigidità introdotte per decreto sui contratti a termine e sul lavoro in somministrazione sono provvedimenti demagogici che ingessano ulteriormente il mercato del lavoro, limitandone la flessibilità, e che finiranno inevitabilmente per produrre altra precarietà, oltre a un aumento delle ore di straordinario e del lavoro nero e sommerso”.
Insomma, per Costalli il decreto dignità scivola su un errore di fondo: l’aver confuso il concetto di precarietà con quello di flessibilità. “Per noi l’occupabilità rimane il vero obiettivo da perseguire in un tempo in cui neanche il contratto a tempo indeterminato è garanzia di posto fisso: il vero ammortizzatore sociale è garantire la ricollocazione di chi ha perso il lavoro in un arco ragionevole di tempo. Tutto il resto è demagogia, lo stesso refrain ascoltato in una campagna elettorale che sembra non essersi mai conclusa”, ha concluso il Presidente Costalli.
Roma, 25 luglio 2018