COMUNICATO STAMPA
COSTALLI AL CONSIGLIO NAZIONALE MCL: “CRISI, BUONE LE PRIME MISURE MA ANCORA INSUFFICIENTI”
Sindacato, famiglia, ruolo dei cattolici, economia sociale, elezioni: questi i temi affrontati dal presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, aprendo il consiglio nazionale della sua organizzazione, a Roma.
A pochi mesi dal Congresso nazionale di dicembre, Costalli ha rimarcato la necessità che i cattolici siano sempre presenti nella vita politica e civile e respingano con forza i tentativi di metterli al margine della società. “Mai come in questo momento - ha spiegato Costalli - la situazione del Paese esige un’assunzione di responsabilità da parte nostra. Occorre oggi ricominciare ad accumulare idee, culture, progetti, ma anche a sperimentare esperienze concrete perché, nel contesto così mutato della post-modernità, i cattolici siano in grado di dare, con più passione, con più convinzione, il loro contributo alla vita del Paese’’. Ma non tutti nel mondo cattolico sembrano consapevoli di quale sia la posta in gioco, soprattutto a difesa della famiglia e dei valori non negoziabili, “lo abbiamo visto, anche recentemente, quando c’era da prendere posizione pubblica sul caso Englaro e sul fine vita (spesso mancando di coraggio … alcuni)’’.
Per Costalli “le caratteristiche dell’attuale crisi sconsigliano di assumere come oro colato le previsioni delle organizzazioni internazionali e anche delle Banche nazionali, figuriamoci quelle dei vari esperti che si cimentano in proposito’’. Per Costalli sono positive le scelte dei governi per il rilancio degli investimenti per le infrastrutture, per una forte spinta sulla via dell’innovazione e per il sostegno al reddito dei disoccupati. Su questo, lo sforzo è “sicuramente un elemento di novità importante anche per la prospettiva di tutelare meglio il lavoro stesso’’.
Tuttavia la crisi reclama anche misure strutturali, come la riforma degli ammortizzatori sociali e della previdenza. Costalli ha poi ricordato le intuizioni del prof. Marco Biagi, ucciso dalle br, e sottolineato come ci siano voluti anni prima che anche altri riconoscessero la giustezza di quelle posizioni. “Noi eravamo dalla parte giusta fin dalla prima ora’’, ha rimarcato.
Il leader del Mcl ha poi ribadito il forte legame con la Cisl di Bonanni, che ha ringraziato per lo sforzo di affermare una linea riformista nel sindacato, chiudendo gli spazi al movimentismo e all’antagonismo, spesso affermati dalla Cgil. “Molte delle trasformazioni che hanno investito la società e l’economia hanno trovato il sindacato impegnato: ma qualche volta parte del sindacato si è trovata impreparata e in colpevole ritardo’’, ha detto Costalli, riconoscendo alla Cisl il ruolo di guida “dell’evoluzione del movimento sindacale verso un grande soggetto sociale capace di leggere il mutamento e starci dentro con un proprio progetto, non negandolo ideologicamente o delegandolo interamente alla politica’’. L’idea è quella di un sindacato “partner del cambiamento e non della conservazione, un sindacato dell’autonomia e della contrattazione’’. Soprattutto ora, con l’accordo Fiat – Chrysler, che apre nuove prospettive al ruolo dei lavoratori nella gestione delle aziende. “Siamo vicini alla CISL in questo difficile percorso, così come lo siamo stati nella battaglia per la revisione del modello e dei livelli contrattuali’’.
Ma il cattolicesimo popolare ha grandi orizzonti: “serve una grande alleanza - ha detto Costalli - con altre forze (e intelligenze) del riformismo cristiano. Abbiamo lavorato molto, con passione e determinazione, in questa direzione e trovato amici, alleati. Abbiamo creato un Forum che è un fatto storico, con CISL, CDO, Confcooperative, Confartigianato, con portavoce Natale Forlani: il meglio del riformismo cattolico, al quale, dopo, hanno aderito altri. Ma la gravità della crisi dell’economia mondiale richiede una svolta culturale, che per noi è l’economia sociale di mercato che, dopo i fallimenti del liberismo, ritrova tutta la sua attualità e torna a presentarsi come unica via di uscita, per rimettere sotto controllo un meccanismo finanziario impazzito ed autoreferenziale’’.
Infine, le elezioni europee: “serve una politica che faccia fare, anziché fare direttamente. Una politica responsabile è quella che fa assumere responsabilità, che non educa ma mette in grado la famiglia di educare, che non assiste ma mette in grado le entità della società civile di assistere, che fa fare esperienza e fa misurare con la realtà della vita e con se stessi, che permette a persone e gruppi sociali di percepire la propria vocazione: breve o lungo che sia poi il percorso di cui saranno (e saremo) capaci’’. Costalli ha auspicato infine una netta affermazione del PPE alle prossime europee, attraverso “una campagna elettorale partecipata, ragionata e imperniata sui contenuti (e non urlata!)”. Ogni elettore, ha concluso, dovrebbe avere ben chiaro che “votando il PPE o esprimendo talaltra preferenza, avrà come risposta la disponibilità alla difesa (o meno) di quei determinati valori e di quelle determinate idee”.
Roma, 8 maggio 2009