“Dal Seme al Cibo Vince. Fame e Povertà”
L’impegno per il prossimo e per gli ultimi non può essere uno slogan alla moda
Nell’anno dell’Expo, dedicata al tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, anche il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha pubblicato un contributo intitolato “Terra e Cibo”. Certo non è la prima volta che il Pontificio Consiglio sociale pubblica documenti dedicati al problema dell’alimentazione, ma in questo momento più si riesce a portare all’attenzione pubblica il problema più grande che affligge la terra e meglio è.
Il tema della fame è strettamente correlato con quello della terra, vista come risorsa insostituibile; del suo uso e abuso, dato che è la terra che produce la massima parte del cibo consumato sul nostro pianeta. La fame, l’aspetto più umano e tragico della povertà, viene sempre più avvertita come insostenibile e inammissibile, in un secolo come il nostro.
Nonostante la crescita della popolazione mondiale, il numero delle persone che soffrono la fame è diminuito sia in percentuale sia in cifre assolute dagli anni Sessanta agli anni Novanta. La situazione è invece peggiorata con la crisi dei prezzi internazionali dei prodotti alimentari del 2006-2008. Oggi gli affamati sono nuovamente in lieve diminuzione.
La Fao stima che nel periodo 2012-2014 circa 805milioni di persone siano sottonutrite, mentre molti altri milioni sono malnutrite. Due miliardi di persone hanno carenze di vitamine e minerali.
La persistenza a livelli elevati di fame e malnutrizione mette a rischio il raggiungimento del primo Obiettivo di Sviluppo del Millennio stabilito dall’ONU. Il cibo supera da tempo le quantità giornaliere di calorie necessarie per tutti gli abitanti del pianeta. Ma purtroppo alla domanda di cibo non sempre corrisponde la possibilità di ottenerlo: il problema è il reddito insufficiente. In termini economici, non è l’offerta che manca ma domanda solvibile.
Da tempo poi è noto il paradosso opposto, e cioè il numero sempre maggiore di obesi o di persone in sovrappeso: circa 1.5 milioni di persone, contro gli 805 milioni di malnutriti. Fame e obesità sono due facce della stessa medaglia, anche se di segno opposto. Colpiti dalla fame sono maggiormente donne e bambini e i continenti più colpiti sono Asia e Africa.
Non ci si può più limitare a una rassegna di cause congiunturali, per quanto rilevanti. È ora di realizzare cambiamenti strutturali che consentano lo sviluppo produttivo e l’autonomia alimentare di molte zone del mondo, eliminando alla base i meccanismi che ostacolano questa evoluzione.
Mira proprio a questo la campagna MCL-Cefa “Dal seme al Cibo”, un progetto di solidarietà lanciato da MCL ormai da quasi un anno che ha riscosso un grande successo nelle giornate di solidarietà organizzate e che si appresta a vivere un nuovo momento di impegno da parte di tutte le sedi periferiche del MCL, nella giornata del 13 dicembre p.v. Giornata che vedrà i giovani MCL, futuro del Movimento e del mondo, protagonisti e impegnati in una raccolta fondi che si prefigge, oltre che l’obiettivo predeterminato - far raggiungere l’autosufficienza alimentare a 10.000 famiglie di aree ad ampio spettro di povertà in Sud Sudan, Somalia, Ecuador e Marocco - anche di scardinare una mentalità: l’autosufficienza alimentare per tutti è praticabile se non si rincorrono interessi particolari, incuranti di nuocere al bene comune della famiglia umana.
I nostri giovani, e con loro tutte le sedi periferiche, si metteranno a lavoro con la massima dedizione per l’iniziativa del 13 dicembre, l’attenzione al prossimo è una delle caratteristiche che da sempre ci contraddistingue.
Benedetto XVI, durante il suo papato, disse che esistevano molti poveri anche a causa della “corsa al consumo e allo spreco”, Papa Francesco ha ricordato al Parlamento europeo che “tonnellate di derrate alimentari vengono scartate ogni giorno dalle nostre tavole”, e ha denunciato più volte la “cultura dello scarto” anche di prodotti alimentari.
Insomma è necessario abbattere il modello consumistico basato sulla ricerca del profitto per il profitto.
Lo scopo che la campagna “Dal Seme al Cibo” si vuole prefiggere è molto ambizioso, non può essere solo una raccolta fondi ma deve spingere l’opinione pubblica ad un atteggiamento diverso, radicalmente diverso. Una conversione della mente, della volontà e del cuore, un impegno preciso per sintonizzarsi tutti in vista del bene comune, in un mondo dove si armonizzano tra loro gli interessi dei Governi, degli istituti finanziari, dei grandi gruppi, dei produttori e dei consumatori, tutti.
La campagna, concretizzata dal Cefa Onlus, consentirà a tante famiglie di affrancarsi dallo spettro della fame, attraverso il lavoro agricolo, divenendo così artefici del loro futuro e raggiungendo un livello di vita dignitoso per loro e per le prossime generazioni liberandole dal dolore, dalle peregrinazioni e dai pericoli delle migrazioni.
La campagna “Dal Seme al Cibo” continuerà anche nel nuovo anno proprio per dimostrare quanto il Movimento crede in questo progetto e nell’urgenza di aiutare il prossimo, gli ultimi, gli abitanti delle periferie del mondo.
È questa una delle tante “opere” attraverso la quale il Movimento testimonia tutta la fede e l’apprensione per il futuro del mondo e che porteremo al cospetto del Santo Padre nell’udienza Speciale del 16 gennaio p.v.
Anzi, per rendere quel giorno ancora più importante e per dare un risvolto concreto ed immediato l’incontro a Roma con Papa Francesco, ogni partecipante devolverà un euro all’iniziativa dal “Seme al Cibo”: un gesto simbolico ma di grande significato, perché i diritti umani non vanno solo proclamati: ma devono essere garantiti, resi effettivi e godibili nella quotidianità. Un gesto per dimostrare ancora una volta che per noi “Vincere Fame e Povertà” è un impegno concreto e non uno slogan alla moda.
Fausta Tinari