COMUNICATO STAMPA
COSTALLI ALL’XI CONGRESSO MCL (2):
ETICA NELL’ECONOMIA, PARTECIPAZIONE, ECONOMIA SOCIALE DI MERCATO SONO LA RISPOSTA
ALLA CRISI GLOBALE
C’è un rapporto diretto tra crisi economica globale e cultura relativista, e la risposta per affrontare la crisi è da ricercarsi nell’economia sociale di mercato, nella democrazia economica, nella riaffermazione del primato della persona anche nel campo del lavoro, attraverso una cultura che valorizzi la partecipazione dei lavoratori alla vita dell’impresa. Sono questi alcuni dei temi affrontati da Carlo Costalli, presidente MCL, nella sua relazione all’XI Congresso Nazionale del Movimento, che si è aperto oggi pomeriggio a Roma, all’hotel Ergife.
Per Costalli “l’affermarsi dell’egemonia della cultura relativista, anche nel pensiero economico, ha portato alla definitiva scissione tra etica ed economia e, quindi, al prevalere della finanza sull’economia reale e del profitto fine a se stesso, perdendo di vista il rapporto essenziale tra economia e persona umana, e ignorando il fatto che l’economia è naturalmente al servizio della vita delle persone e della comunità”.
“L’attuale crisi economico-finanziaria richiede una risposta globale e, dunque, una radicale svolta culturale” che Costalli identifica nel “ricostruire il rapporto vitale tra etica ed economia”. Ecco perché “ritornano d’attualità, dopo essere stati ignorati e derisi per molti anni dagli economisti, i principi e le soluzioni proposte dalla dottrina sociale della Chiesa e dall’economia sociale di mercato che, per molti versi, alla dottrina sociale della Chiesa è strettamente collegata”.
“E’ fondamentale sviluppare e rafforzare il principio della partecipazione e del coinvolgimento delle parti sociali, e soprattutto dei lavoratori, perché questa è la principale precondizione per ottenere una crescita economica forte e radicata. Questa visione organica della società, che si propone come obiettivo la realizzazione di un’economia sana, fondata sulla centralità della persona piuttosto che su quella del capitale, presuppone uno Stato sano, fondato non solo sui principi classici di libertà e di democrazia ma anche decisamente ancorato a quei principi di solidarietà, partecipazione, sussidiarietà e territorialità senza i quali la stessa democrazia appassisce ed il mercato, in ultima analisi, entra in contraddizione con se stesso implodendo, come l’attuale crisi globale ci ha ampiamente confermato”.
“Dopo anni in cui il lavoro, soprattutto quello dipendente e manuale, è stato considerato un fatto quasi superato ed al suo posto ha preso piede un modello basato sulle rendite professionali, finanziarie, immobiliari, speculative, è necessaria una forte rivalutazione della centralità e del valore del lavoro come elemento di affermazione concreta e quotidiana della libertà, della speranza e della dignità di ogni persona umana che, attraverso il lavoro, può conseguire un reddito adeguato per sé e per un progetto di vita familiare, un riconoscimento delle proprie capacità professionali come contributo alla positiva crescita della comunità in cui vive”.
Per il MCL, ha continuato Costalli, diventa “un obiettivo strategico di questa fase storica l’elaborazione sul piano culturale, economico e sociale, di un nuovo umanesimo del lavoro, basato sull’etica della responsabilità e dell’impegno di ogni persona nel proprio lavoro; sulla priorità assoluta alla sicurezza e, affinchè la salute sia sempre salvaguardata attraverso la prevenzione e la tutela; sull’esercizio attivo dei diritti contrattuali e delle tutele sociali per i lavoratori; sulla cultura della partecipazione dei lavoratori nell’impresa in cui lavorano”.
Bisogna lavorare per “l’ambizioso obiettivo di raggiungere anche in Italia quel 70% di tasso di occupazione indicato dalla Strategia di Lisbona, condizione per sostenere un Welfare che garantisca i fondamentali diritti di cittadinanza, costruire un costante percorso di umanizzazione del lavoro, nei diversi contesti e tipologie lavorative, definire in tempi brevi lo Statuto per il lavoro: sono tre dimensioni della stessa battaglia culturale e concreta che MCL si impegna a portare avanti per affermare la priorità e la centralità del lavoro, per le persone, per le famiglie, per la comunità”.
“Da come operiamo per uscire dalla crisi, dipende la qualità del futuro del nostro Paese: il problema allora è come ci prepariamo - società, sindacato, imprese, istituzioni - per consentire all’Italia di partecipare a questo nuovo sviluppo dai tratti fortemente competitivi e rispetto al quale è molto alto il rischio d’emarginazione”.
E’ quindi essenziale “una nuova coesione sociale, che dipenderà dall’affermarsi della partecipazione dei lavoratori ai destini dell’impresa, con un nuovo equilibrio tra capitale e lavoro (democrazia economica) e dalla partecipazione politica e sociale dei cittadini ai destini della società in cui vivono (democrazia partecipativa)”.
“In questo contesto è centrale la valorizzazione dei corpi sociali intermedi: il sindacato, i movimenti, le associazioni, il volontariato e le comunità territoriali, in cui la persona esprime identità ed interessi”.
“Le rappresentanze sociali, che storicamente si sono ispirate alla Dottrina Sociale della Chiesa, hanno oggettivamente un’occasione unica per contribuire al rinnovamento della nostra nazione”.
Roma, 11 dicembre 2009