Siamo in piena fase 2, quella che riguarda la riapertura delle attività produttive. L’opinione pubblica e i lavoratori sono disorientati e stretti nella eterna polemica tra chi sostiene che “bisogna riaprire tutto subito, perché gli altri non si sono fermati”, e chi invece insiste nel “tenere tutto chiuso, perché solo il lockdown garantisce il contenimento del contagio”.
Vivendo questo periodo con estrema incertezza non solo sanitaria, ma soprattutto della vita lavorativa di ognuno di noi, rimane ferma la necessità, ribadita in queste settimane, di adattarsi ad un nuovo stile di vita anche in ambito lavorativo. Asse principale di questa nuova storia per il nostro Paese è la formazione sui rischi specifici a cui è esposto il lavoratore.
L’emergenza sanitaria infatti non ha fatto cadere gli obblighi formativi delle aziende nei confronti dei lavoratori, in particolare per quanto riguarda la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Le imprese dovranno pertanto far svolgere la formazione obbligatoria ai propri dipendenti attraverso corsi in modalità e-learning (quando consentito) o tramite videoconferenze, garantendo l’interattività audio-video nell’aula virtuale. Insomma è il tempo delle piattaforme webinar.
Il nostro Ente di Formazione Professionale, e cioè l’EFAL, di fronte a questo cambiamento epocale non resta a guardare alla finestra ma si è attrezzato di strumenti e relazioni, appunto virtuali, per essere al fianco dei lavoratori per la loro salute e per la loro tutela. Il nostro gruppo operativo sul territorio ha rimodulato e ripensato le attività formative che in origine erano state programmate in aula e tra le tante iniziative ci piace ricordare l’assistenza e l’accompagnamento che EFAL nazionale, grazie alle sue ramificazioni locali, sta effettuando per la formazione di lavoratori stranieri regolarmente soggiornati in Italia per l’inserimento lavorativo attraverso la creazione di start up nel settore agricolo in aree come Lecce e Nardò, Trapani e nell’alto Ionio Cosentino. Non a caso sono state scelte queste località perché come tutti sappiamo sono luoghi dove il Caporalato fa la sua parte, fenomeno che non riguarda solo gli immigrati, ma anche i lavoratori italiani che sono oltre il 70% degli occupati nel settore agricolo a cui va garantita una giusta retribuzione. Bene allora attraverso questa importante opportunità, non solo formativa ma anche di informazione sui diritti e sulla tutela del lavoro in ambito agricolo, EFAL è presente grazie al progetto FASI assieme al Consorzio Umana Solidarietà in Sicilia sostenuto da Microcredito per erogare la formazione come volano per l’integrazione e l’inclusione sociale dei migranti.
La nostra scelta in tempo di Covid 19 va appunto nella direzione di continuare ad essere attivi con le nuove modalità operative in termini di formazione e informazione, restando accanto alle persone per professionalizzarle e tutelarle.
L’emergenza che ci sta colpendo non è solo sanitaria ma riguarda soprattutto il lavoro e la difficoltà di inserimento e di integrazione. Motivo questo per cui la formazione oggi più che mai deve contribuire a creare delle basi solide di crescita, di autonomia e di prospettive occupazionali che permettono la piena riuscita dell’integrazione sociale e culturale. Per questo, EFAL, continuerà a sperimentare azioni concrete sostenendo la costruzione di un progetto formativo e socio-professionale solido a favore della ricerca e dell’inserimento lavorativo e dell’accompagnamento durante tutta la formazione con supporti individualizzati (sociali e formativi) e con sostegni puntuali anche ai datori di lavoro fino al raggiungimento degli obiettivi formativi, professionali, di tutela e personali prestabiliti.
Sergio Silvani
Presidente Nazionale EFAL