L’assegno unico per le famiglie rappresenta indubbiamente un passo avanti nell’intento di riconoscere la famiglia come pilastro centrale della vita del Paese. Quello che speriamo possa essere un punto fermo di tutela economica non potrà però prescindere dall’essere accompagnato da un grande lavoro di riconoscimento sociale e morale dell’istituzione familiare.
Stiamo faticosamente uscendo da una crisi sanitaria senza precedenti nel mondo moderno, e quello che ci aspetta non potrà che essere un periodo di ulteriore incertezza soprattutto per i giovani, una “categoria” alle prese con problemi che già prima del Covid davano filo da torcere a chi, quasi eroicamente, si lanciava nell’avventura familiare in un mondo in cui le sicurezze (economiche e lavorative) erano e probabilmente lo saranno ancora a lungo, un miraggio per molti. L’incertezza dell’attività lavorativa viene definita la principale causa di un ritardo generazionale in tema di genitorialità e di matrimonio, ma non è il solo fattore che determina questa preoccupante situazione. Forse questa crisi ci ha permesso di rivedere alcune posizioni, ripensare il senso e il peso di molte cose. Ad esempio, il mito dell’andare “a mille”. E ancora: la dedizione e preoccupazione per la sola quotidianità lavorativa e per la “conquista” di molte cose superflue. Ma soprattutto l’idea che il dover “rallentare” la propria corsa per costruire una famiglia sia un’ambizione obsoleta e superata. Diciamo la verità: forse tutti questi concetti, ora più che mai, sono stati messi in discussione dai giovani.
La sofferenza passata ci ha fatto tornare alle radici di quello che siamo nel profondo: persone che sono tali nel rapporto con gli altri, e quale rapporto, se non quello familiare, fa sì di sentirsi realizzati e di poter generare valore per le nostre società? È chiaro che ora tutto questo va tradotto in pratica: i giovani hanno la necessità di vedere accordata loro una estrema fiducia, il riconoscimento di essere un soggetto sociale al quale il futuro va affidato già da ora, da oggi. La sicurezza economica è certamente un pilastro alla base di tutti i calcoli che chi si trova nelle condizioni di responsabilità verso altri deve ben tenere presente, ma tutto ciò non può trovare riscontro se non è sostenuto da un’educazione a misura di famiglia e non contraria alla stessa. Il contributo di Mcl è dunque ancora una volta determinante: la vicinanza fatta di persone reali può sostenere e far sentire il proprio calore a tutti i ragazzi desiderosi di costruire e generare nuovi percorsi di vita, che sono alla base del futuro comune di tutti.
Gianluca Ghidoni
Delegato Nazionale Giovani MCL