Il 9 ottobre abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di ascoltare, nella loro semplicità, le parole di Liliana Segre, senatrice a vita e testimone della persecuzione della Shoah.
Ad Arezzo, presso la Cittadella della Pace di Rondine, luogo che accoglie giovani provenienti da Paesi con conflitti armati, Liliana ha scelto di raccontare per l'ultima volta pubblicamente la sua storia di sopravvissuta. Narra con coraggio a noi, “nipoti ideali”, autodefinendosi “nonna ideale” il viaggio della bambina, della ragazza che era e che era stata trasformata in un numero. Numero che fa perdere l'identità e che porta ogni essere umano a diventare schiavo. Durante il racconto e, soprattutto, il viaggio in treno in cui il pianto dei deportati si trasforma in preghiera e infine in un silenzio assoluto, ci porta a spostare il racconto personale in uno della collettività. Con questa memoria è riuscita a raccontarci il suo viaggio da una vita di normalità ad una di non vita, per poi tornare, dopo una lunga marcia fatta di sofferenze e solitudine, nuovamente alla normalità.
Liliana non pronuncia mai le parole odio e vendetta ma sottolinea che lei non perdona e non dimentica e, per questo, fino a oggi ha fatto la sua parte da testimone. In questa giornata passa a noi la missione della testimonianza e ci ricorda che creare memoria è fondamentale e che dobbiamo ricordare al mondo che è sempre possibile scegliere la vita e, in essa, perseguire la pace. Noi adulti del domani dobbiamo avere presente ed essere portavoce del fatto che il tempo è prezioso e non va sprecato. Con questo spirito dobbiamo goderci ogni minuto della nostra “marcia”.
Esecutivo Giovani Mcl