I CATTOLICI E IL VOTO
di Carlo Costalli (*)
L’Udienza Pontificia con i rappresentanti del Partito Popolare Europeo, a Roma il 30 marzo p.v., in vista del loro Congresso, è un’altra tappa della attenzione polemica che si è aperta sul voto cattolico.
D’altra parte non mancano le motivazioni perché l’elettorato cattolico (e la Conferenza Episcopale Italiana) debbano preoccuparsi considerati i troppi equivoci nel programma del centro-sinistra; equivoci rafforzati in campagna elettorale dalle dichiarazioni di alcuni dei suoi esponenti più radicali. Già nella primavera 2005 c’era stata una frattura profonda tra centro-sinistra e Cei sul referendum sulla procreazione assistita. Prodi si definì “cattolico adulto” invitando a votare. Frattura solo in parte ‘attutita’ da Rutelli che si schierò per l’astensione.
Al momento della partenza della campagna elettorale l’Unione ha presentato una novità: i radicali di Pannella alleati con La Rosa nel Pugno che, insieme, preannunciano leggi a favore dell’eutanasia, scelte più permissive nei confronti dell’aborto e della sperimentazione sugli embrioni, via libera alle unioni civili… il tutto contenuto in un faticoso accordo di programma che lascia troppe porte aperte (anche alle convivenze omosessuali). Accordo poi costantemente ‘superato’ da numerose dichiarazioni, contraddittorie ed elastiche, con una sorta di corsa a sinistra ‘a chi offre di più’, quasi che quanto sottoscritto sia una concessione elargita in quel momento a Margherita e Udeur: sempre però con la riserva mentale di chi, una volta vinte le elezioni, ritiene che tutto possa diventare possibile.
A questo si aggiungono le continue dichiarazioni di Capezzone (e altri) contro ogni sostegno economico alle scuole cattoliche, fino a parlare esplicitamente di abolizione del Concordato.
Come si vede non mancano le ragioni per preoccuparsi da parte del mondo cattolico (e anche del Vaticano) e, forse, l’Udienza con i vertici del Ppe (anche se senza Berlusconi, Casini e Mastella), non è casuale.
Per evitare una frattura ai limiti di guardia, Rutelli porterà in Parlamento un paio di autorevoli esponenti dell’associazionismo cattolico (Bobba e Binetti), dai quali ci attenderemo sempre parole chiare ed inequivocabili.
In questi tempi in cui emergono orientamenti ambigui e discutibili ricordiamo ai tanti cattolici impegnati nel sociale e nel politico (ed invitiamo a rileggere) la nota dottrinale della Congregazione per la dottrina della fede (Presidente l’allora Cardinal Ratzinger), resa nota il 16 gennaio 2003 “sull’impegno e il comportamento dei cattolici nella vita pubblica”: pare scritta oggi.
Leggiamo testualmente: “si assiste a tentativi legislativi che intendono frantumare l’intangibilità della vita umana. I cattolici, in questo frangente, hanno il diritto e il dovere di intervenire (…) quanti sono impegnati direttamente nelle rappresentanze legislative hanno il preciso obbligo di opporsi ad ogni legge che risulti un attentato alla vita umana”. “E’ questo il caso delle leggi civili in materia di aborto e di eutanasia, che devono tutelare il diritto primario alla vita a partire dal suo concepimento fino al suo termine naturale. Analogamente devono essere salvaguardate la tutela e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso. Ad essa non possono essere giuridicamente equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali un riconoscimento legale”.
Lo ricordiamo di fronte ai tanti silenzi e ai troppi opportunismi.
(*) – Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori – M.C.L.