Alla vigilia della quarta domenica di Quaresima in San Pietro, il 13 marzo 2015, secondo anniversario del suo Pontificato, davanti ad una assemblea riunita per celebrare la liturgia penitenziale, Papa Francesco ha annunciato l’indizione di “un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere alla luce della parola del Signore: Siate misericordiosi come il Padre”.
L’Anno ha avuto inizio nella solennità dell’Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre 2016 domenica di Cristo Re.
L’indizione del Giubileo è stata volutamente annunciata in un contesto penitenziale: evoca, quindi, uno svolgimento sobrio, meditativo, legato ad una profondità interiore che è una forma di esercizio spirituale.
Purtroppo, il Paese e l’occidente secolarizzato non sembra si sia preparato nel modo giusto: sui media si parla del Giubileo solo in relazione alla condizione di Roma, la città che di fatto ospiterà l’evento di portata mondiale e che a oggi tra difficoltà politiche, degrado e poca manutenzione non sembra affatto in grado di ospitare i pellegrini e reggere l’impatto dell’evento.
Oppure se ne parla per le condizioni di sicurezza che anche se ingenti rischiano di non essere sufficienti di fronte alle minacce del terrorismo internazionale sempre meglio organizzato.
Nessuno ricorda le origini del Giubileo né riflette sulle sue finalità, ed invece bisogna arrivare spiritualmente preparati a questo evento straordinario e di rilevanza mondiale.
Il Giubileo è l’anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati, e soprattutto l’anno di Cristo, portatore di vita e di grazia all’umanità.
Le sue origini si ricollegano all’Antico Testamento. La legge di Mosè aveva fissato per il popolo ebraico un anno particolare: “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel Paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un Giubileo, ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo, non farete semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il Giubileo, esso vi sarà sacro, potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest’anno del Giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo” (dal Libro del Levitico).
Il primo Giubileo ordinario si ebbe nel 1300 indetto da Papa Bonifacio VIII con la bolla “Antiquorum Habet Fida Relatio” ne fu occasione l’ondata di spiritualità e perdono che si andava diffondendo in contrapposizione agli odi e alle violenze dell’epoca. L’afflusso enorme dei pellegrini indusse il Papa ad estendere l’acquisizione dell’indulgenza per tutto il 1300.
C’è anche da precisare che San Celestino V incoronato Papa il 29 agosto del 1294 istituì, come primo atto del suo pontificato, a cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si rechino nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio oltrepassando la Porta Santa, nella città dell'Aquila, dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa che anticipò di sei anni il primo Giubileo del 1300, ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese
Con il trasferimento della sede del Papa ad Avignone (1305-1377) numerose furono le richieste perché il secondo Giubileo fosse indetto nel 1350 invece del 1400. Clemente VI acconsenti e ne fissò la scadenza ogni 50 anni.
Alle basiliche da visitare aggiunse a San Pietro e San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano, in seguito, fu aggiunta anche Santa Maria Maggiore.
Successivamente Urbano VI fissò la scadenza giubilare ogni 33 anni, in riferimento alla vita terrena di Gesù.
Bonifacio IX, indisse l’anno Santo nel 1390 e l’avvicinarsi della fine del secolo e l’afflusso consistente di pellegrini lo indissero ad indire un nuovo Giubileo nel 1400.
Paolo II con una Bolla del 1470 stabilì che in futuro il Giubileo si svolgesse ogni 25 anni.
L’ultimo Giubileo ordinario fu quello indetto da Papa Giovanni Paolo II nel 2000 che registrò un numero elevatissimo di pellegrini giunti nel nostro Paese per partecipare a questo grande evento religioso.
Giungiamo così ai giorni nostri e al Giubileo Straordinario della Misericordia del 2015.
Il cuore del messaggio che questo Giubileo vuole lasciare ce lo ha ripetuto spesso Papa Francesco “Nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio. Tutti conoscono la strada per accedervi, e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte rimangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono”
Allora questo anno giubilare è anche un invito alla Chiesa nel suo insieme alla conversione profonda, una conversione missionaria del cuore e della mente, che richiede un cambiamento di logica. Una logica più simile a quella di Dio al suo modo di guardare al mondo, alla storia, all’umanità e al singolo essere umano.
Ci era richiesto solo di prepararci al meglio a questo straordinario momento spirituale denso di significato e fonte di rinnovata fede, che stiamo a vivendo ma il Paese ha preferito continuare ad occuparsi di altro. Il minimo che possiamo fare ora è viverlo al meglio e con la predisposizione di animo giusta per cambiare il proprio piccolo mondo e la storia che costruiamo insieme.
Questo é lo spirito che ci ha guidato nell’attraversare la Porta Santa sabato scorso, secondo momento di una giornata che per il nostro Movimento possiamo definire memorabile. Carichi di un’atmosfera incredibile vissuta in aula Nervi e dell’incontro entusiasmante con il Santo Padre, che ci ha incoraggiati a perseguire il nostro carisma e incoraggiati ad essere più incisivi e determinati in un mondo del lavoro che é investito da sempre maggiori difficoltà abbiamo vissuto tutto insieme il passaggio della Porta Santa e poi la Santa Messa celebrata dal Patriarca di Gerusalemme. Momenti che ci hanno arricchito spiritualmente, hanno cementato il nostro essere Movimento e. che hanno rinvigorito di nuova e vitale carica i nostri propositi e progetti.
Auguro a tutti i fedeli di vivere questa magnifica e indimenticabile esperienza.
Lo diceva il Manzoni nei Promessi Sposi: Dio perdona tante cose, per un'opera di misericordia!
Fausta Tinari