Il prossimo anno si aprirà per tutti noi del MCL con un evento davvero straordinario. Il 16 gennaio avremo la gioia di essere ricevuti, nella Sala Nervi, in udienza speciale dal Santo Padre Francesco. Un incontro che ci riempie di gioia ed in cui riponiamo grandi attese per il futuro. L’udienza speciale rappresenta per noi un riconoscimento importante dell’impegno profuso - quale Movimento Ecclesiale di testimonianza evangelica organizzata - al servizio dei poveri e degli emarginati. Perché per testimoniare la “Buona notizia”, ci insegna il Papa, bisogna passare dall’essere cristiani che fanno “test di dottrina” agli altri, all’essere cristiani capaci di vicinanza a quanti sono “perduti, abbandonati, feriti, devastati, avviliti e privati della loro dignità”.
Quanti riducono la fede ad ideologia, che siano progressisti o conservatori, faticano ad afferrare il messaggio di Papa Francesco non riuscendo ad inserirlo nei propri schemi precostituiti. Il Papa sa di vivere in un tempo in cui le lamentazioni, le condanne, il richiamo nostalgico al passato, le contrapposizioni culturali e ideologiche possono al più costituire il “collante” per i propri seguaci (sempre meno numerosi). Ma non raggiungono il cuore dei tanti “feriti” del nostro tempo, cioè non evangelizzano.
L’udienza speciale è un appuntamento cui, in realtà, il MCL si sta preparando già da tempo, attraverso i tanti incontri nel corso dei quali è stato approfondito il grande insegnamento sociale ed economico di Papa Francesco.
In particolare, penso alle varie iniziative organizzate per la presentazione del volume dei giornalisti Andrea Tornielli e Giacomo Galeazzi, “Papa Francesco. Questa economia uccide”, in cui il MCL si è confrontato con il pensiero del Pontefice per approfondire temi che tanto stanno a cuore al Movimento.
Le parole del Santo Padre sono oltremodo chiare su questi temi e non si limitano soltanto all’analisi dei problemi e a lanciare un appello a tutti noi. Il Santo Padre ci indica anche la strada concreta attraverso cui mobilitarci e costruire: la strada della solidarietà. In campo economico la crisi antropologica che è esplosa si manifesta con la negazione della centralità del lavoro e del suo primato e con l’instaurazione, sempre più evidente, del primato del profitto e del denaro. Un primato che sta generando povertà dilaganti e sempre più diffusa ingiustizia sociale. Diventa, quindi, evidente come la strada per una vera, sana ed equilibrata crescita economica debba necessariamente passare attraverso il rovesciamento dei falsi idoli e dei falsi valori che tuttora impongono la finanza globale e il mercato. Un rovesciamento che Papa Francesco sintetizza magnificamente in una brevissima ed efficacissima frase, ormai famosa: “Il denaro deve servire e non comandare”.
Questi temi, tra gli altri, sono stati ripresi anche durante il recente viaggio a Cuba e negli Stati Uniti, dove ha lanciato messaggi non solo alla Chiesa e alle società dei due Paesi, ma a tutto il mondo: tanti, importanti insegnamenti. Ne abbiamo voluti raccogliere in un volume alcuni, per noi più significativi, per facilitarne la rilettura e l’approfondimento, sempre nel contesto del percorso di avvicinamento all’udienza speciale.
Accanto a questi momenti di riflessione tanti sono stati anche gli impegni concreti cui il MCL si è dedicato in questi anni, senza risparmiare energie: a Sarajevo, in Moldavia, in Romania, in Eritrea. La campagna “Dal seme al cibo”, organizzata con il Cefa per combattere fame e povertà nel mondo, la costruzione delle abitazioni per le giovani coppie in Terra Santa e dell’Università Cattolica di Madaba, aperta a tutti senza alcuna distinzione di razza o fede religiosa. Il nostro impegno si è orientato in favore della promozione del dialogo sociale e ovunque ci sia stato bisogno di aiuto concreto. Sempre mossi dalla convinzione che, come ha ricordato il Pontefice al V Convegno Ecclesiale di Firenze: “il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti”, perché “dialogare” è “cercare il bene comune per tutti”.
L’incontro con il Santo Padre Francesco sarà anche l’occasione per approfondire ulteriormente il cammino del MCL in questo importante anno giubilare della Misericordia. Ci prepariamo, quindi, emozionati e trepidanti di gioia, ad incontrare Papa Francesco. Il nostro desiderio è che il tempo che ci separa dal 16 gennaio sia impiegato in modo fecondo, anche attraverso incontri formativi e dibattiti che dovranno coinvolgere le nostre organizzazioni territoriali. Non sarà un incontro per pochi: tutti siamo chiamati a partecipare, spiritualmente e non solo, a questo importantissimo evento per la storia del Movimento. Desideriamo coinvolgere nel nostro cammino le tantissime famiglie, gli anziani, gli ammalati, gli immigrati, i poveri e gli emarginati che incontriamo ogni giorno nelle nostre realtà locali, e ai quali offriamo i nostri servizi ma anche il nostro cuore, aperto all’incontro con l’umano.
Per andare incontro ad “un nuovo umanesimo”, fondato sui “tratti dell’umanesimo cristiano”, il Santo Padre ci ha indicato proprio a Firenze la via: “il nostro dovere è lavorare per rendere questo mondo un posto migliore e lottare”. Ed ha aggiunto un significativo appello ai giovani: “Superate l’apatia. Vi chiedo di essere costruttori dell’Italia, di mettervi al lavoro per una Italia migliore. Per favore, non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell’ampio dialogo sociale e politico”.
Noi ci sentiamo parte della Chiesa, e l’essere Chiesa ci richiama quotidianamente ad una responsabilità personale, spirituale, vissuta. Per assomigliare sempre più a quella che il Santo Padre, al V Convegno Ecclesiale di Firenze, ha delineato come la “sua” Chiesa: “Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza”.
Carlo Costalli