Cattolici, una concreta e operativa presenza politica
Carlo Costalli - (*)
Per cercare di risolvere i problemi del declino italiano, per sconfiggere l’astensionismo, la demagogia e l’antipolitica emerse con forza alle ultime elezioni amministrative, si fanno molte analisi: sulla situazione economica, sullo strapotere della finanza, sui rischi per le democrazie.
Ma partendo da dove e da che cosa questa analisi può e deve essere avviata? Per noi su questo non ci sono dubbi: dalla Dottrina sociale della Chiesa e dal pensiero sociale e politico di Benedetto XVI, che coniuga specificatamente i valori della Dottrina sociale nel contesto della realtà contemporanea e del processo di globalizzazione. Il pensiero del Papa, particolarmente quello espresso nella Caritas in Veritate, costituisce insomma il vero manifesto ideologico di riferimento per una più incisiva e coordinata azione dei cattolici, anche nella politica italiana. Compito, ed onere, dei laici cristiani impegnati deve essere quello di attuare - partendo dai principi della Dottrina sociale della Chiesa e del Pontefice - una concreta ed operativa linea politica di presenza nella società italiana di oggi per superare le storture esistenti, per arginare lo strapotere finanziario, senza regole, per tornare ad una democrazia partecipata. Non abbiamo alternative: un grave errore sarebbe la diserzione di fronte alle difficoltà esistenti.
Di fronte ai fallimenti epocali del secolo scorso (marxismo e liberismo) le soluzioni socio-economiche più direttamente legate alla Dottrina sociale della Chiesa che si incarnano nell’economia sociale di mercato hanno recuperato spazio, attenzione, credibilità.
Si configurano, infatti, come l’unica via di uscita praticabile per rimettere in moto lo sviluppo dell’economia, superando la strettoia determinata dal crollo dello statalismo socialista e del liberismo mercatista.
A conferma di questa tesi vi sono fatti assolutamente significativi ed incontrovertibili. La Germania, il Paese che più di qualsiasi altro fonda la sua economia sui principi dell’economia sociale di mercato, guida, oggi, la ripresa europea distaccando di gran lunga gli altri partners per competitività e contenimento della disoccupazione (tema drammatico, soprattutto fra i giovani!).
Anche in Italia questa è la linea da seguire per uscire dalla crisi economica, politica e morale. Per dare organicità e forza a queste impostazioni, una presenza dei cattolici più significativa, e coordinata, risulta senza dubbio più che opportuna, addirittura necessaria.
Visto anche il fallimento clamoroso di gran parte degli attuali attori politici che hanno indirizzato le scelte politiche negli ultimi anni e che sono incapaci di riformarsi. E qui si apre tutto il tema della rappresentanza e di come organizzarla: vedo molta confusione e tentativi disperati di sopravvivere. Al prossimo Consiglio Nazionale ne parleremo più dettagliatamente: ne abbiamo le carte in regola, insieme ad altri. Perché vi è ormai una certezza per la gente: che non può essere sufficiente un rimescolamento, una riverniciatura, un semplice cambio del nome del sistema partitico italiano, magari con qualche cooptazione, per risolvere il loro inarrestabile declino.
Sarebbe difficile senza il convinto apporto dei cattolici dare vita al blocco sociale indispensabile per realizzare quella vera e propria “rivoluzione riformista” di cui l’Italia ha bisogno.
Chi opera nel mondo del lavoro, dell’economia e della finanza necessita spesso di strumenti e riferimenti che lo aiuti nel proprio lavoro. Le strutture che forniscono i dati tecnici non mancano ma, spesso, si sente la necessità di riferimenti ed orientamenti di altro genere, di altro “valore”.
La secolarizzazione e la laicizzazione aggressive tendono ad escludere il cristianesimo (ed i cristiani) dall’ambito pubblico e, così facendo, negano il rapporto strutturale della ragione con la fede.
Il cristianesimo non può, assolutamente, rinunciare alla sua dimensione storica ed il cristiano deve tornare ad impegnarsi con competenza, trasparenza, responsabilità, spirito di servizio. Tutte qualità che non sempre sono state visibili in questi anni: in alcuni casi anche da parte di laici che a parole facevano riferimento ai nostri valori e che adesso hanno difficoltà a riciclarsi.
Il MCL farà, ancora una volta, con determinazione la sua parte: il tema della rappresentanza è ormai all’ordine del giorno. Torneremo, con il Forum, a Todi nel prossimo ottobre per valorizzare i corpi intermedi e per favorire un indispensabile rinnovamento delle rappresentanze politiche.
(*) – Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL)