Mentre la politica arranca i cattolici si sveglino dal torpore
Mentre andiamo in stampa Luigi Bersani arranca alla ricerca di una maggioranza impossibile, mentre il Paese ha bisogno di governabilità certa. Ci troviamo con un Presidente del Senato, Pietro Grasso, del PD, e un Presidente della Camera, Laura Boldrini, del SEL: con meno del 30% dei voti il PD, con l’appendice del SEL di Vendola, fa il pieno delle cariche istituzionali (compreso l’attuale Presidente della Repubblica, l’ottimo - ma PD - Napolitano).
Con una legge elettorale insostenibile - ma politicamente difesa anche dal PD - gli eredi di Togliatti, Longo e Berlinguer hanno raggiunto il massimo degli obiettivi possibili: l’Italia oggi è rappresentata a tutti i livelli istituzionali da un partito che rappresenta appena un quarto dell’intero elettorato, alla mercé di un movimento-setta di un comico e di un professore ambizioso di potere.
Aspettiamo di vedere cosa succede nelle prossime settimane per la formazione del nuovo governo e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, che auspichiamo veramente super partes: con i montiani silenti e divisi, i grillini già divisi, il centrodestra fuori da qualsiasi rappresentanza istituzionale ed incapace di lanciare una proposta politica veramente nuova e autonoma. Il disegno bersaniano di un’alleanza con il movimento di Grillo ci ha offerto, nelle scorse settimane, un cervellotico programma di otto punti, che ha portato in un vicolo cieco, mentre il Paese ha bisogno di stabilità. Una seria riflessione si imporrà a quanti nel PDL, nel PD e nella residua pattuglia centrista non condividono la deriva di un partito minoritario nel Paese, che sta creando i presupposti di una gestione autoreferenziale e sostanzialmente antidemocratica. Con la prospettiva finale che “a sbattere” andrà l’Italia: non solo alcuni dei “presenti leader” politici cosa di per sé, quest’ultima, altamente positiva.
E’ l’ora che i cattolici si sveglino dal torpore in cui sono “caduti” a seguito delle ultime vicende accadute dopo Todi2, e non si arrenderanno al declino, alla irrilevanza.
La realtà è che i cattolici quando si sottomettono alla logica dei partiti appoggiandoli là dove gli viene riconosciuto uno scampolo di presenza (e potere), sono ben accetti (al prezzo del loro silenzio). Anche se, alla prima occasione, vengono spesso cestinati; quando, invece, puntano a ricomporre un movimento ispirato a valori di riferimento diventano scomodi e si tenta in tutti i modi di ostacolarli. Ecco perché i “cattolici scomodi” non possono arrendersi all’idea di recuperare una comune matrice politica, che consenta la formazione di un programma ispirato ai principi che garantiscono i diritti della persona (partecipazione; rappresentanza; libertà; diritti naturali: vita, famiglia; solidarietà; sussidiarietà; lavoro ecc.). Ecco perché abbiamo ripreso a parlare di una nuova Camaldoli: per offrire al Paese un progetto prima culturale poi, eventualmente, politico in grado di affrontare le grandi emergenze - etico-morale, istituzionale, rappresentativa e sociale - per una nuova “visione” dell’intero Paese, per un nuovo progetto per essere “presenti” nella nuova stagione costituente che ci attende.
Lo riaffermiamo con forza in questi giorni di gioia in cui è arrivato al soglio di Pietro Papa Francesco, che prega per una Chiesa purificata e rinnovata nel Vangelo, di certo – come noi – non rassegnata a sentir parlare del suo declino.
Carlo Costalli