La linea di Todi e lo spirito di Camaldoli. Un percorso di continuità
Non suona come pura e semplice coincidenza che la bella lectio magistralis del prof. Ornaghi, all’Università di Cracovia, si sia tenuta quasi ad un anno da Todi 2.
Questo non soltanto per il suo importante ruolo nella vicenda del Forum ma anche, e soprattutto, perché con l’intervento di Cracovia riporta l’attenzione sul tema principale del Forum di Todi: la riscoperta dell'attualità e della centralità della Dottrina sociale della Chiesa e la necessità di ricostruire una presenza incisiva dei cattolici in politica e nella società odierna.
Proprio su questa linea, infatti, prese corpo a Senigallia nel settembre 2008, a margine del tradizionale seminario di tarda estate del MCL, la felice intuizione di dar vita ad un tavolo di elaborazione culturale e politica intorno al quale riunire le associazioni ed i movimenti di ispirazione cattolica del mondo del lavoro.
Le due motivazioni principali furono: offrire una risposta concreta e fattiva all'appello per la nascita di una nuova classe dirigente di cattolici, coerenti ed impegnati, lanciato da Benedetto XVI; porre le basi per l'organizzazione di una nuova incisiva presenza dei cattolici nella politica e nella società italiana.
In pochi mesi questa intuizione prende consistenza e, già nel febbraio del 2009, nasce ufficialmente il “Forum” cui aderiscono, da subito, i movimenti più importanti: dalla Cisl alla Confcoooperative, dalla Confartgianato al Mcl ed alla Cdo e, successivamente, anche Coldiretti ed Acli.
Un risultato di grande rilievo perché non era scontato che nell'ambito di un mondo cattolico da lungo tempo attraversato da forti sensibilità, culturalmente e politicamente molto differenziate e talora configgenti, si riuscisse a ricreare un punto di convergenza operativo su una linea fortemente identitaria.
Todi si sviluppa nel momento storico in cui, dopo il fallimento dell'utopia comunista, irrompe sulla scena con la crisi finanziaria mondiale anche il fallimento del capitalismo mercatista. Riemerge, in questo quadro, il ruolo, sempre più centrale e strategico, della Chiesa e della sua dottrina sociale, mentre diventa più evidente ed allarmante il vuoto lasciato dall’assenza e dalla subalternità dei cattolici.
Il successo del dibattito innescato dall'iniziativa di Todi lo conferma. Sul tema si registrano, soprattutto sulle colonne del laicissimo “Corsera”, numerosi, autorevolissimi interventi di intellettuali sia laici che cattolici.
Il Forum si raffronta, dunque, con la politica italiana ed è inevitabile che debba misurarsi con la crisi del sistema. Assieme a buona parte del mondo cattolico guarda con simpatia l’ipotesi di un movimento che, partendo dall’esperienza del governo Monti, sia in grado di superare, nella logica del popolarismo europeo, l’anomalia del moderatismo italiano.
E’ questa la grande aspettativa di Todi2, che resta senza riscontro anche perché si rivelano illusorie le speranze riposte nel movimento montiano che rifluisce, rapidamente, verso un neocentrismo velleitario, rimanendo ambiguo e silente sui valori e sulla visione della vita.
Proprio in quei giorni, il prof. Zamagni scrive della famosa Agenda Monti: “Da Monti un bel documento ma senz’anima”.
Il Forum di Todi, invece, salva la propria anima, pur a fronte del verificarsi di ambiguità e di personalismi, annullando, clamorosamente, un incontro tra Monti ed i movimenti nello scorso gennaio. Grazie a questa scelta, il Forum esce dalla vicenda a schiena dritta mantenendo intatto il proprio patrimonio di credibilità. Ed è proprio partendo da questa credibilità che si deve riprendere il filo, mai spezzato, dell’impegno di Todi proseguendo, con decisione, sul cammino iniziato a Senigallia.
E' richiamandosi allo “spirito di Camaldoli”, ma sulla linea di Todi, che i cattolici debbono, oggi, impegnarsi, come fecero nel 1943, per gettare le basi culturali e politiche per la ripresa e la rinascita del nostro Paese.
Carlo Costalli
Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori