46a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani
Reggio Calabria, 14 – 17 ottobre 2010
Relazione Conclusiva del Presidente MCL, Carlo Costalli
sul tema “Intraprendere nel lavoro e nell’impresa”
Il gruppo intraprendere nell’impresa e nel lavoro ha avuto 210 iscritti di cui la metà hanno chiesto di intervenire consentendo, per ragioni di tempo, ben 75 interventi, oltre l’introduzione del prof. Tiraboschi.
Il filo conduttore che ha caratterizzato i vari contributi può essere indicato nella constatazione che la recente crisi ha evidenziato i gravi limiti di un sistema economico-finanziario che ha dato a molti l’illusione di poter guadagnare senza impresa e senza lavoro, semplicemente investendo e speculando.
Si è sovvertito l’ordine tra fini e mezzi, tra persone e strumenti, assegnando priorità e autonomia morale, ai secondi, ai mezzi: ecco perché si deve insistere per un’etica cui deve ispirarsi chi si occupa di finanza e opera sui mercati.
Intraprendere è una questione che riguarda anche i lavoratori e l’intera società che è spaesata e guarda al futuro con preoccupazione, ma si registrano nel territorio tante opportunità, tanti segni positivi, tante buone prassi. Durante i lavori l’attenzione è stata rivolta in particolare verso un innovativo sistema di intraprendere, un’impresa come proposta rivolta ai giovani: il progetto Policoro, nato per intuizione e volontà di don Mario Operti, per realizzare solidarietà fra il Nord e il Sud del Paese. Vuol essere un’opportunità per le nuove generazioni per riscoprire con un impegno personale il lavoro, da imprenditori. Un imprenditore che si fa coinvolgere nell’esperienza cooperativa, con le risposte e le esigenze del territorio che viene così valorizzato come da molti auspicato. Un’apertura capace di suscitare interesse verso nuove esigenze ed opportunità. Un nuovo scenario che offre ai giovani lo stimolo a vivere da costruttori di una nuova economia, e non solo per il Sud.
Il gruppo tematico ha espresso una sostanziale condivisione sui problemi prioritari previsti dalla nostra sessione “per tornare a liberare in modo efficace le energie attive o potenzialmente tali dell’intraprendere”; chiedendo un’ulteriore indicazione, in numerosi interventi, sul tema dell’ambiente: l’attenzione verso un problema che oltre a coinvolgere gli Stati, ancor più deve coinvolgere la Chiesa e noi credenti chiamati ad essere custodi della Creazione. L’ecologia quindi deve vedere l’uomo attento a quanto lo circonda ma senza dimenticare “l’ecologia umana dell’uomo stesso”. Un connubio inscindibile perché consente la difesa di quanto gli è affidato, ma assicura la continuità di quanto è creato. Entrando nel merito specifico dei problemi all’attenzione della nostra sessione tematica:
1. la flessibilità è una delle metodologie utilizzate nel mondo del lavoro (spesso impropriamente utilizzata, vedi pubblica amministrazione) e rischia di produrre fenomeni di precarietà. E’ una questione che provoca un grande ed appassionato dibattito che deriva da oggettive situazioni di difficoltà: dovute prima di tutto alla difficile situazione economica che determina paure ed insicurezza sul futuro. C’è la preoccupazione che l’auspicata ripresa economica passi attraverso forme di ristrutturazione che riducano l’occupazione. Come attenuare le conseguenze negative di questo fenomeno? Fra le proposte: abbattere drasticamente il lavoro sommerso, misurabile in milioni di persone, aumentando i controlli e attivando la leva fiscale sul lavoro anche con incentivi all’impresa che assume con contratti regolari e portando a termine, finalmente, alcune riforme indilazionabili, quali quelle degli ammortizzatori sociali e l’adozione di un nuovo statuto dei lavori. Il dibattito fra lavoratori garantiti e non è ancora molto forte.
Rimane fondamentale ridare dignità e valore al lavoro, in particolare alla persona che lavora, anche attraverso una nuova cultura partecipativa che superi antiquate contrapposizioni. Ci riconosciamo in pieno nel messaggio del Santo Padre quando scrive: “I soggetti politici, il mondo dell’impresa le organizzazioni sindacali, gli operatori sociali e tutti i cittadini in quanto singoli e in forma associata, sono chiamati a maturare una forte capacità di analisi, di lungimiranza e di partecipazione”.
E’ di fondamentale importanza che il lavoro non contraddica le logiche della famiglia ma le sostenga e le rafforzi per avere dei benefici anche sul piano della produzione lavorativa e, dunque, della crescita.
2. Ottiene forte consenso l’esigenza di un’immediata riforma che riguardi l’intero sistema fiscale e, prioritariamente, verso la famiglia e il lavoro.
Per quanto riguarda la famiglia va sostenuto un sistema che rapporti il carico fiscale al numero dei componenti. La proposta del Forum delle Associazioni Familiari va in questa direzione. Tale riforma deve mirare anche ad una riduzione fiscale sul lavoro e sugli investimenti, recuperando risorse anche attraverso lo spostamento della tassazione dai redditi al loro utilizzo. Molti interventi sono stati di chiara condanna dell’evasione fiscale arrivata a livelli insostenibili. Questa è la rovina del nostro Paese, macigno che pesa sulla crescita, e condiziona un livello decoroso di welfare, l’handicap dal quale siamo costretti a partire. L’evasione è colpa grave, pure dal punto di vista etico-morale, anche se purtroppo è diffusa una sorta di “giustificazione”. Si richiede all’intera Chiesa un intervento più incisivo su questa materia.
3. E per concludere nella prospettiva del bene comune non si può non rilevare che l’Italia ha bisogno di riprendere a crescere, anche in termini strettamente economici.
Questa crescita non può non vedere coinvolta un’impresa che rafforzi la capacità competitiva, ritrovi il percorso della produttività, attui forme di responsabilità sociale e di partecipazione. Per la crescita d’impresa è decisivo anche il contesto sociale, culturale e, soprattutto, il rispetto complessivo della legalità.