"LA CARITAS IN VERITATE E L’ACCOGLIENZA DEI
LAVORATORI IMMIGRATI"
Il “fenomeno delle migrazioni” è indicato da Benedetto XVI nella Caritas in Veritate come “fenomeno che impressiona per la quantità di persone coinvolte, per le problematiche sociali, economiche, politiche, culturali e religiose che solleva, per le sfide drammatiche che pone alle comunità nazionali e a quella internazionale”. Benedetto XVI ci richiama all'esigenza di una governance di questi eventi che sono ormai mondiali e, quindi, ad una “forte e lungimirante politica di cooperazione internazionale” che consideri non solo le necessità dei Paesi di immigrazione, ma anche le esigenze di sviluppo dei Paesi di emigrazione.
Il fenomeno immigrazione richiede un approccio non ideologico e depurato dagli interessi di parte, questo è evidente a tutte le persone che guardano con realismo la situazione. In particolare, non può essere utilizzato per alimentare ed incrementare le paure della nostra gente. Non può essere una vicenda da leggere nella contesa destra-sinistra, né può essere sostenuta la posizione di chi vorrebbe un’apertura senza regole per un frainteso senso di buonismo. Occorre realisticamente riconoscere che il nostro Paese, nella sua maggioranza, non intende pagare il prezzo dell’immigrazione che la nostra particolare posizione geografica comporta. E questo è il frutto di una “cultura” individualistica e qualunquistica, ampiamente diffusa, nella quale non trova cittadinanza il principio di solidarietà. E’ nostro compito contribuire a diffondere nelle comunità in cui operiamo una mentalità diversa da quella, purtroppo prevalente, fortemente ed aprioristicamente ostile nei confronti degli immigrati, anche di quelli regolari.
Le molteplici problematiche aperte dai fenomeni migratori, chiedono a tutti noi, e ai cattolici in primis, un salto di qualità, un’assunzione di responsabilità, una riflessione ulteriore per far sì che le nostre città divengano sempre più luoghi di accoglienza e di integrazione, ma anche di rispetto e di valorizzazione delle differenze culturali, etniche, religiose.
La sfida è poter coniugare l’accoglienza con l’indispensabile rispetto della legalità, della solidarietà e della giustizia.
Un punto d’arrivo che presuppone, comunque, la coscienza della nostra identità, delle nostre radici, in quanto il dialogo con chi è diverso da noi non può prescindere dalla consapevolezza di chi siamo. Dialogare e integrarsi è frutto di un percorso di crescita che non può d’altra parte non essere accompagnato dall’attenzione caritatevole per i luoghi da cui provengono gli immigrati, per le loro difficoltà, per il loro vissuto: perché abbandonare la propria terra è comunque un’esperienza dolorosa che chiede umana comprensione e sostegno.
L’autentico sviluppo proviene dalla “condivisione dei beni e delle risorse”, dalla ricerca di un nuovo ordine economico internazionale per una più equa distribuzione dei beni della terra, che potrebbe contribuire a ridurre e moderare ì flussi delle popolazioni in difficoltà. Ma proviene anche dalla capacità di condividere non solo i beni materiali ma anche quei valori che rendono tale l’essere umano.
Il lavoratore straniero è persona, immagine di Dio, soggetto del lavoro, ci ricorda la Caritas in Veritate: “Ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione”. Uomini prima di tutto, "non merce o mera forza lavoro".
Di questo ed altro, e della consapevolezza del ruolo fondamentale che i valori cristiani possono svolgere per favorire il dialogo e l’integrazione tra la popolazione italiana e le persone immigrate, se ne parlerà a Roma, domenica 22 novembre. L’iniziativa, promossa dal Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro (costituito da CISL, Movimento Cristiano Lavoratori, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative, ACLI) e le Comunità degli Immigrati cattolici in Italia, sarà dedicata al tema “La Caritas in Veritate e l’accoglienza degli immigrati”.
L’obiettivo è approfondire il dialogo e la conoscenza reciproca, ispirandoci alla ricerca del bene comune e di un possibile comune percorso di integrazione. Perché La Caritas in Veritate ci indica che “il tema dello sviluppo coincide con quello dell'inclusione relazionale di tutte le persone e di tutti i popoli nell'unica comunità della famiglia umana, che si costruisce nella solidarietà sulla base di fondamentali valori della giustizia e della pace”.
Carlo Costalli
Presidente Movimento Cristiano Lavoratori