In momenti di tragedia apocalittica come questo della pandemia viene spontaneo rivolgersi verso la Chiesa e anche noi del Movimento Cristiano Lavoratori lo facciamo, forti della nostra fede, ma anche turbati e confusi per quello che sta succedendo tutt’intorno a noi. Riflettiamo su questo, avendo ancora davanti ai nostri occhi le immagini della solenne benedizione Urbi et Orbi, alla Città e al Mondo, impartita da Papa Francesco dal sagrato della Basilica di San Pietro, in una piazza deserta di persone ma piena di spiritualità e di attesa. L’immagine del Papa, carico del peso, non tanto dei suoi anni, quanto del dolore grande per le vittime e il pericolo che ancora incombe del terribile contagio, ci mostra un Uomo che prende su di sé la disperazione del mondo, guarda a Cristo e trova parole di speranza in questo buio. Ecco, questa scena, diffusa in tutte le radio, la televisione, gli streaming del mondo, crediamo che renda bene cosa sia la Chiesa in questo momento: consapevole della responsabilità spirituale non tace ma parla e grida verso la speranza il mondo confuso e traccia anche la via da percorrere in queste tenebre minacciose.
Se ne esce tutti insieme: letto in un silenzio irreale il brano evangelico della tempesta sedata, la riflessione di Papa Francesco riafferma il valore della fede in Gesù: “Ecco la forza della Fede che libera dalla paura e dà Speranza”. Come la tempesta minacciando la barca degli Apostoli, pone allo scoperto la loro fragilità, così la tempesta della pandemia mette allo scoperto la nostra fragilità e solo la luce della fede in Gesù, solo il tornare a Lui ci fa dare un senso a ciò che sta accadendo.
Chiaramente la Chiesa, guidata da Papa Francesco, cura dapprima la dimensione spirituale, reca conforto, orienta gli animi con la luce che irradia dalle sacre Scritture, dal Vangelo. Ma non c’è solo questo: i cristiani sono persone che vivono nel mondo e accanto a Fede e Speranza li ispira la Carità. Questa comincia dalla testimonianza dei sacerdoti e suore che stanno pagando a caro prezzo il loro stare in mezzo alla gente. Sono parroci, cappellani, vicari, parrocchiali, preti canonici, che si sono ammalati e sono morti pur avendo rispettato le regole e le precauzioni. La città più colpita è Bergamo, dove i decessi di sacerdoti hanno toccato il numero di ventidue. A Cremona il Vescovo ha contratto il covid-19: Monsignor Napolioni dopo una lunga degenza si è ripreso e ha ricevuto la telefonata del Papa, che ha meditato con lui nel valore dei preti che condividono il destino dei loro parrocchiani. A Milano alcune giornate sono state tragiche, con il ritmo di un sacerdote morto al giorno; a Corigliano, vicino Parma, dodici missionari saveriani sono stati tutti portati via dal virus dopo una vita spesa a disseminare nel mondo il Vangelo. Ma la conta non termina qui: tre preti deceduti a Pesaro, quattro a Lodi, altre vittime a La Spezia e a Mantova.
In questo scenario spiccano le iniziative diocesane e parrocchiali. Scorrendo qua e là i notiziari, segnaliamo a Brescia l’iniziativa di trentacinque parrocchie che, rispondendo alla chiamata del Vescovo Pierantonio Tremolada danno la disponibilità di chiesette e pievi per accogliere in un gesto estremo di “PIETAS” le salme numerose in attesa di sepoltura. Altrove sono state messe a disposizione case, seminari, altre strutture diocesane e parrocchiali per tutte le necessità che si presentano ogni giorno. Papa Francesco dona centomila euro, la Cei dieci milioni dei fondi dell’otto per mille e un fondo è stato istituito a sostegno della Caritas italiana aperto alla generosità degli italiani per fare donazioni e così non interrompere il flusso di opere e di presenze accanto ai poveri e ai dimenticati. Varie voci del mondo cattolico si sono pronunciate, anche dal laicato, per sollecitare e contribuire dopo i vari provvedimenti presi dal governo centrale e dai governatori delle Regioni. A nome del Forum delle Associazioni Familiari Cattoliche interviene il Presidente, Gigi de Palo, vicino al nostro Movimento, esprimendo preoccupazione per le complicazioni burocratiche dei congedi e dei voucher baby sitter da 600 euro. Le Comunità Cristiane non fanno mancare la loro prossimità di preghiera e di carità.
Le ragioni dell’emergenza hanno portato a evitare i contagi che inevitabilmente si trasmettono negli incontri di gruppi sospendendo le Sante messe anche festive, le funzioni religiose fino alla chiusura delle chiese. Si vive allora la fede con Sacerdoti, Vescovi, il Papa stesso, che celebrano nelle chiese vuote sante messe e funzioni sacre diffuse da tv, radio e streaming per vivi e defunti sulla comunione dei Santi. E il suffragio per i defunti, in attesa della fine dell’emergenza, quando si potrà di nuovo celebrare l’Eucarestia, trova un segno eloquente: venerdì 27 marzo i Vescovi si sono recati da soli in un cimitero della propria Diocesi per un momento di raccoglimento, veglia di preghiera e benedizione. Un venerdì della Misericordia per affidare alla Misericordia del Padre, i fratelli defunti. Ecco la preghiera, la forza della preghiera: il Papa l’afferma con forza e insistenza perché la preghiera comune è potente. Il Papa richiama i fedeli alla preghiera, il Padre Nostro con il Papa, il Rosario promosso dalla Cei, la stessa benedizione apostolica. Momenti intensi nei quali, anche se non siamo insieme fisicamente, noi tutti del Movimento Cristiano Lavoratori che alimentiamo con la fede della Chiesa il nostro impegno sociale, siamo uniti profondamente con tutta la Comunità Cristiana nella preghiera al Padre affinché guidi i nostri passi al servizio dei fratelli in questa inaudita emergenza sociale.
Carlina Valle
Vicepresidente nazionale MCL