Il 27 gennaio nell’ambito di uno degli incontri previsto da Retinopera per questo anno associativo, denominato “Per una cultura dell’incontro” è stato presentato ufficialmente il progetto “La responsabilità sociale di impresa per il bene comune”.
Un progetto che vede coinvolte tutte le associazioni aderenti a Retinopera, che ha visto una prima fase di adesione e impostazione e giunge oggi, finalmente alle primissime fasi operative.
Un progetto di grande respiro ed utilità, coordinato dal prof. Leonardo Becchetti.
Nell’economia globale le grandi aziende hanno un ruolo preponderante, nel bene e nel male, per proliferare o limitare la crescita verso il bene comune, partendo da questo assunto è arrivato lo spunto del progetto. Mentre la missione consiste nell’aumentare il loro grado di responsabilità sociale, ambientale e fiscale. O direttamente attraverso una spinta dal basso o con la regolamentazione. Se questo è oggi il magis allora è urgente, più che mai, trasferire l’approccio già usato dall’Osservatorio alla misura della capacità di responsabilità delle imprese.
Se il lavoro sul benessere dei territori è stato importante, questo sulla responsabilità delle imprese può avere impatti sicuramente maggiori nell’ottica del magis indicata da Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium (E.G. 223) “Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi. Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli. Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci.”
L’obiettivo del progetto è quello di costruire una valutazione dal basso che utilizzi una logica premiale, attraverso una graduatoria di soggetti economico-imprenditoriali che ispirano il proprio lavoro, la propria azione e organizzazione ai principi della responsabilità sociale, al rispetto dei diritti umani e della giustizia sociale, alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione dei territori e delle culture locali. Significa innescare dinamiche virtuose, consumatori critici, imprese responsabili e in questo modo favorire una prima riflessione sulle problematiche del lavoro e del territorio.
Il modello della produzione di informazione sul valore sociale ed ambientale delle imprese sta facendo grandi passi negli ultimi tempi. Già alcune grandi imprese hanno deciso di controllare le loro immissioni nocive nell’ambiente, per poi cercare di ridurle gradualmente. Questo è un modo per dare gambe alle istanze del santo Padre he si batte da sempre per un mondo più vivibile e a misura di uomo.
Nel 2013 Oxfam ha pubblicato dopo un anno e mezzo di lavoro le pagelle in tema ambiente, acqua, diritti umani, trasparenza, terra delle dieci maggiori multinazionali alimentari mondiali invitando i cittadini a mandare mail verso le aziende per sollecitarle ad un impegno maggiore. I messaggi, partiti da tutto il mondo hanno raggiunto un numero davvero consistente e nove aziende su dieci hanno modificato le proprie regole di condotta. È iniziato così un processo di confronto con Oxfam che periodicamente pubblica la classifica aggiornata.
Campagne come queste stanno avendo e avranno un ruolo fondamentale nell’orientare le scelte dei cittadini responsabili verso le aziende più sostenibili e nel rendere la sostenibilità d’impresa competitiva aumentando la spinta verso il bene comune.
Dicevamo che siamo appena entrati nella fase più pratica del progetto infatti è online sul sito di Retinopera un link per poter compilare il questionario, (da parte di ciascun membro delle organizzazioni aderenti) sulla base della propria personale valutazione, i pesi da attribuire a ciscun indicatore di responsabilità aziendale, tra quelli solitamente utilizzati dalle agenzie di rating.
Sempre più la valutazione dell’impatto sul bene comune delle politiche dei territori e di quelle delle aziende è fondata sull’utilizzo e sulla ponderazione di molti e diversi criteri.si tratta di una questione non solo per gli addetti ai lavori, perché sulla base delle classifiche di benessere di territori e imprese che vengono prese le decisioni politiche più importanti e viene tracciata la rotta della società.
Il lavoro consisterà in una riflessione su tali criteri che si concluderà con una classifica ed un’azione civica che porterà alla definizione della responsabilità sociale d’impresa per il bene comune. In un momento nel quale i livelli più alti di fiducia, per credenti e non credenti, sono identificati nel pensiero sociale della chiesa è importante offrire questo nostro contributo alla valutazione della società. Tutto il percorso definito sarà un’importante occasione di riflessione e di dibattito.
Il progetto produrrà come risultati importanti anche una riflessione accurata sui criteri della responsabilità d’impresa che potrà essere di supporto per una ridefinizione dei criteri di responsabilità d’impresa adottati dalle società di rating operanti sul mercato, oltre ad essere importante momento di indagine e riflessione per ciascuna delle associazioni coinvolte.
Fausta Tinari