Lavoro e riforme le priorità per il Paese
Avviandoci verso il Congresso nazionale del nostro Movimento ci prepariamo al futuro, al “dopo” come abbiamo detto (e scritto) più di una volta.
Perché “al dopo” ci sta spingendo velocemente la scelleratezza, l’inconsistenza e la presunzione di tanta classe politica. E “al dopo” non bisogna arrivare impreparati o in ritardo.
“Siamo in una società smarrita che rischia di perdere il senso delle cose e della vita stessa, incapace di individuare una via d’uscita anche perché oppressa da una finanza aggressiva che ha provocato crisi immani nella totale anarchia, resa possibile da una politica inadeguata che si distingue per le risse, per la difesa di piccoli interessi di fazione, incapace di promuovere e guidare una fase di ripresa e sviluppo che metta insieme tutte le energie e le risorse presenti” (lo ha recentemente scritto Noè Ghidoni).
Ma noi non vogliamo, né possiamo, rassegnarci o arrenderci: anzi, a questa situazione vogliamo rispondere con determinazione, con passione.
Lavoro e welfare, famiglia e società, ammortizzatori sociali e giovani, federalismo e giustizia, sistema fiscale e sostegno alla natalità, istituzioni e Costituzione: sono solo alcuni degli ambiti da “aggredire” con decisione o su cui occorre intervenire a completamento e armonizzazione di provvedimenti presi per tamponare diverse contingenze ma rivelatisi, in più occasioni, parziali e inadeguati.
Stupisce che qualche politico insista ancora nel far passare nell’opinione pubblica l’idea che “prima si pensa alla situazione economica e poi si penserà alla riforme”. Non ci sarà una politica familiare degna di tale nome, non ci sarà un grande piano per il lavoro, non verrà organicamente ripianata la spesa pubblica senza una situazione politica stabile che si potrà raggiungere solo con una seria riforma della seconda parte della Costituzione e con una nuova legge elettorale. Quindi, i due percorsi devono viaggiare insieme e non essere, colpevolmente, posti in alternativa.
Abbiamo più volte denunciato la tendenza ad affrontare i problemi “stuccando le crepe piuttosto che ristrutturare la casa che si sgretola”. E questo si verifica per l’incapacità della politica di scrollarsi di dosso la tendenza di andare subito all’incasso del momento elettorale (magari anticipato), piuttosto che avere “lo sguardo lontano” di chi ha la responsabilità di orientare il cammino della società e garantirlo per le future generazioni, come indicava De Gasperi. A questa tendenza ha contribuito anche parte della società civile, quando ha scelto di “acquattarsi” sotto le ali di questa o quella fazione politica spesso rinunciando, magari per un piatto di lenticchie, ad esercitare un ruolo politico proprio ed autonomo.
Siamo drammaticamente in ritardo rispetto a riforme strutturali, ben diverse dai ripieghi tampone e dal continuo rimandare al dopo. Un ritardo che rischia di affossare per sempre le aspettative di rinascita del nostro Paese. E’ assolutamente urgente intervenire sul lavoro e sulla famiglia e, sottolineo ancora, la necessità di intervenire parallelamente anche sul tema istituzionale. Ma per realizzare tutto questo è indispensabile che in Italia permangano, almeno fino al 2015, condizioni di stabilità politica.
Le vicende politiche, le difficoltà a trovare maggioranze coese, la disaffezione e la delusione delle persone nei confronti della politica e della partecipazione al voto, hanno definitivamente dimostrato come il nostro sistema sia entrato in una crisi profonda: anche se le recenti e interessanti accelerazioni delle ultime settimane aprono nuovi scenari, nuove speranze.
Al superamento di questi problemi noi stiamo lavorando, insieme ad altri, con la passione di sempre, anche preparando il nostro Congresso nazionale: confrontandoci e rafforzando la nostra presenza su tutto il territorio nazionale, consapevoli che il nostro essere Movimento popolare ci offre l’opportunità di una conoscenza diretta dei problemi veri e reali della gente.
Carlo Costalli
Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori