MANIFESTO PER L’IDENTITA’ POPOLARE
Agli amministratori locali
In Italia – come già avvenuto in altre nazioni europee – sta avanzando, prepotentemente, la prospettiva di una società secolarizzata, egemonizzata da una cultura relativistica che non solo pretende di espellere la dimensione religiosa da ogni ambito civile, ma attacca addirittura i più elementari principi del diritto naturale, radicati nella natura stessa dell’essere umano e riguardanti la vita, la famiglia, l’organizzazione sociale.
Il richiamo al principio della laicità dello Stato, operato e proposto in maniera distorta e strumentale, sta portando alla negazione proprio di uno dei capisaldi di tale principio: la difesa e tutela dell’identità di un popolo, delle proprie radici, della propria storia, componenti da cui lo Stato trae origine e fondamento.
Si tratta di una cultura chiaramente antagonista rispetto all’identità popolare e cristiana della nostra tradizione e della nostra gente.
Antagonista nel senso più profondo, in quanto finisce, semplicemente, col distruggere la nostra identità. Certo, non distruggerla con le persecuzioni cruente, ma con l’imposizione, graduale, ma non per questo meno sistematica e “violenta”, di un’egemonia culturale, che recide totalmente le radici cristiane della nostra civiltà operando, attraverso potenti campagne massmediatiche, interventi legislativi e modelli comportamentali imposti e legalizzati, il rovesciamento dei valori.
A fronte di questa prospettiva, i laici cattolici ed anche molti tra coloro che non condividono o non praticano la fede cattolica sentono la necessità di tornare a ribadire l’identità popolare dell’Italia. Un’identità che, anche sotto l’azione di una dilagante secolarizzazione, resta fortemente ancorata alle proprie radici cristiane.
E’ ora che i laici italiani si assumano appieno quella che è una loro specifica responsabilità, dando vita ad una forte ed ampia mobilitazione dal basso in riaffermazione della propria complessiva identità culturale ed in difesa dei suoi valori.
Promuovere, oggi, la difesa dei valori non negoziabili vuol dire dare una significativa battuta di arresto alla secolarizzazione più arrogante; vuol dire rinsaldare i più importanti valori del nostro tempo, come i diritti dell’uomo, la libertà religiosa, la democrazia, la conoscenza scientifica e lo sviluppo tecnologico reinnestandoli nella loro naturale dimensione, laica ancor prima che religiosa, di rispetto della vita e della centralità della persona umana.
Enorme è la responsabilità che grava sulle spalle dei laici italiani, soprattutto quelli più impegnati nelle istituzioni e nella politica intesa come promozione del bene comune. Per questo ci rivolgiamo, innanzitutto agli amministratori locali che sono, istituzionalmente e sostanzialmente, i più vicini ai bisogni, alle aspirazioni, alle speranze, ai sentimenti profondi della gente.
Al di là delle appartenenze di partito, il riferimento all’identità popolare italiana ed alle sue radici cristiane può essere il momento di avvio di una grande iniziativa unitaria che partendo proprio dagli amministratori locali, cioè da coloro che vivono la politica come un impegno quotidiano tra la gente e per la gente, miri a difendere questa identità nelle loro città, nei loro paesi, nelle loro comunità, nelle assemblee e nelle istituzioni.
E’ fondamentale che, proprio a livello di comunità locali, maturi un forte impegno a difesa dei valori non negoziabili. Questo, non solo perché grande e forte è la tradizione del popolarismo nelle autonomie locali, ma anche perché numerose competenze delle amministrazioni locali possono incidere direttamente sulla difesa dei valori fondamentali quali la libertà di educazione o la promozione della famiglia.
A questi operatori della politica, a prescindere dalla loro militanza nell’uno o nell’altro partito, chiediamo di aderire al:
Manifesto per l’identità popolare
Occorre destarsi e coordinarsi al fine di riaffermare, promuovere e difendere in tutte le sedi e le assemblee, politiche ed istituzionali, i valori non negoziabili che sono alla base della nostra identità popolare e della dottrina sociale della Chiesa:
• il rispetto della vita umana in tutte le sue fasi dal concepimento alla morte naturale;
• la difesa e la promozione della famiglia fondata sul matrimonio;
• la centralità della persona nel pieno rispetto della sua libertà e della sua dignità;
• la libertà di educazione;
• la solidarietà intesa come attenzione verso i più deboli a salvaguardia di un giusto sviluppo economico e sociale;
• la difesa e la promozione dell’autonomia dei corpi intermedi, delle comunità locali e delle loro tradizioni, per la realizzazione di uno Stato delle autonomie;
• la democrazia economica intesa come affermazione del primato della persona sui rapporti di produzione, per valorizzare il lavoro non meno del profitto;
• la democrazia politica intesa come partecipazione non estemporanea o spontaneistica ma permanente, attraverso strutture politico-organizzative capaci di farsi strumento di educazione civile, promozione culturale e sociale in un rapporto costruttivo tra cittadini ed istituzioni;
• il principio di sussidiarietà in senso verticale ed orizzontale come principio ordinatore della società, affinché i cittadini possano trovare risposte nei livelli di governo a loro più vicini e venga valorizzato il contributo dei cittadini stessi e dei corpi intermedi alla vita della comunità.
• l’uguaglianza e la giustizia sociale assunte come criterio di base per quanto riguarda le condizioni di partenza e lo sviluppo della vita sociale ed economica.