COMUNICATO STAMPA
MCL A MALTA: PROSEGUE IL SEMINARIO SU IMMIGRAZIONE E DIALOGO
EUROMEDITERRANEO
MONS. SCICLUNA: "LA QUALITà' DELLA NOSTRA ACCOGLIENZA GRIDA A DIO. CREARE
NUOVE SINTESI CULTURALI"
PARSI: "UE28 DEBOLE, VA RIPENSATA, MA è UNICA VIA POSSIBILE E ADEGUATA"
MONS. PEREGO: "SERVONO REALISMO, ALTRUISMO, SOLIDARIETà PER AFFRONTARE
FENOMENI MIGRATORI SENZA POSIZIONI IDEOLOGICHE"
"La qualità della nostra accoglienza ai migranti, grida a Dio: chi accoglie i nostri fratelli ma non li tratta come cittadini sta commettendo una grave ingiustizia": con questo accorato appello di mons. Charles Scicluna, vescovo ausiliario di Malta, e' entrato nel vivo il dibattito in corso da ieri a Malta, al Seminario Internazionale di Studi europei su “Unione Europea e Mediterraneo: la crisi economica e il fenomeno delle migrazioni” - promosso dal MCL in collaborazione con Eza, Efal, Fondazione Italiana Europa Popolare, Azad e Uhm e con il contributo dell’Unione Europea - cui prendono parte rappresentanti di molti Paesi dell’area (Spagna, Portogallo, Francia, Marocco, Cipro, Grecia, Bosnia, Croazia, Malta).
Mons. Scicluna ha richiamato tutti a una "solidarietà senza frontiere" e a guardare alle radici: "spendiamo molto, troppo, in interventi di 'cosmesi' - ha detto il prelato riferendosi alla qualità della nostra capacità di accogliere gli immigrati - quando invece dovremmo pensare molto di più alle radici del problema". E la risposta, ha concluso, sta nel dialogo "interculturale e interreligioso", perché 'accogliere' non può significare solo "mutua tolleranza: noi cristiani dovremmo accogliere con affetto e rispetto gli immigrati di fede islamica, dovremmo essere capaci di creare nuove sintesi culturali".
Ieri il prof. Vittorio Emanuele Parsi aveva inquadrato la sfida migratoria in uno scenario più ampio, ripercorrendo il cammino dell’Ue negli ultimi 25 anni, un cammino segnato da vicende spesso drammatiche, a partire dal crollo del Muro di Berlino fino alla caduta delle torri gemelle: avvenimenti che hanno contribuito a costruire l'Unione di oggi, “necessaria” sul piano economico e geostrategico, ma al contempo “debole” su quello della tenuta interna, della condivisione dei problemi e delle relative soluzioni. “L’Ue a 28, messa alla prova dalle trasformazioni dell’Europa orientale, dalle instabilità regionali del Medio Oriente e del Nord Africa, dalla crisi economica con le sue ricadute, dall’emergere di nuovi competitori mondiali, si deve 'ripensare', provvedendo a 'radicali cambiamenti'".
In questo contesto, ulteriormente appesantito dalla lunga e grave recessione, ha detto infine Parsi, “è sotto gli occhi di tutti il fallimento delle politiche di vicinato”: sotto questo profilo “l’Ue è stata capace al massimo di inseguire gli eventi, subendoli”, come avvenuto ancora di recente nel caso dell’Ucraina. “L’Europa non è sufficientemente attrezzata in questa fase per fronteggiare” le conseguenze di sconvolgimenti epocali come i macroscopici flussi migratori che la stanno investendo. E tuttavia, ha concluso, non sono pensabili soluzioni alternative all'Unione: “siamo oltremodo certi che se l’Ue è uno strumento imperfetto, il ritorno a un quadro politico decisionale esclusivamente nazionale sarebbe una prospettiva di gran lunga peggiore” e “inadeguata ai tempi”.
E' partito invece da tre parole chiave dell'intervento di ieri del presidente MCL Carlo Costalli, il Direttore della Fondazione Migrantes, Mons. Giancarlo Perego: realismo, altruismo, solidarietà. "Oggi ci sono 232 milioni di persone nel mondo costrette a spostarsi per guerre, disastri ambientali, persecuzioni politiche e religiose (per non parlare del traffico d'organi dei bambini); nel 2040 si prevede che saranno circa 400 milioni le migrazioni forzate, solo in questo scorcio di 2014 sono già 25mila gli immigrati sbarcati sulle nostre coste".
"Il realismo ci impone di di non nascondere la verità dei fatti. E non pensiamo che la situazione drammatica dell'Ucraina, qualora dovesse sfociare in una guerra (speriamo di no!) non ci investirà in qualche modo: dovremmo in tal caso accogliere altre 150mila persone", ha proseguito Mons. Perego, il quale ha invitato tutti a "evitare ogni forma di lettura ideologica di questo che è un fenomeno reale".
"La risposta a questi drammi sta nella solidarietà e nell'altruismo. La solidarietà si traduce in un amore che non è solo per il nostro vicino, ma abbraccia anche il lontano. L'altruismo ci richiede di investire in protezione sociale, internazionale, sussidiaria: e non è solo un atto di beneficenza bensì di solidarietà politica. In questo senso - ha concluso - l'auspicio e’ che il voto per le prossime europee aiuti a recuperare verità, carità e solidarietà".
Malta, 3 maggio 2014