Un «viaggio per la pace»: è lo spirito della visita di papa Francesco a Sarajevo, prevista per sabato 6 giugno.
Francesco torna così, dopo pochi mesi dal suo viaggio a Tirana, nei Balcani. Con questa visita il Pontefice rafforzerà il suo messaggio per il dialogo tra culture, religioni e società diverse fra loro e sottoporrà all’attenzione di tutti «la necessità dell’ingresso dei Paesi dell’area balcanica » nell’Ue perché questa regione «ha grandemente sofferto per i conflitti del passato» (papa Francesco, discorso al Parlamento Europeo, novembre 2014). Il Mcl sarà lì, allo stadio di Kosevo, ad accogliere il Papa con una delegazione guidata dal presidente Carlo Costalli. L’invito a partecipare è giunto dal professor Franjo Topic, presidente di Napredak, l’organizzazione cattolica gemellata con il Mcl, anche per rafforzare la cooperazione che ha portato, anni fa, alla costruzione di un Centro per il dialogo proprio a Sarajevo, sulla collina di Trebevic, da dove i cecchini bombardavano la città assediata.
Un impegno, quello per il dialogo sociale e interreligioso, che il Mcl conduce da anni in tutta l’area mediterranea e specie nei Paesi balcanici, per accompagnarli nel percorso di avvicinamento all’Ue. Democraticità delle organizzazioni statuali e standard economici i due maggiori scogli in questo cammino. Sarajevo, che fu già visitata da san Giovanni Paolo II il 12 e 13 aprile 1997, si prepara ad accogliere papa Francesco con un grande entusiasmo, che sta coinvolgendo, oltre ai cattolici, anche musulmani e ortodossi, serbi e croati: è già, di fatto, un passo importante verso l’ecumenismo.