PARLIAMO DI CONTENUTI E NON DI CONTENITORI
Carlo Costalli (*)
Abbiamo sostenuto più volte e con forza la necessità di ‘tenere’ il dibattito elettorale sui contenuti e non sul contenitore: per troppo tempo nei mesi scorsi (e in ambedue i Poli) poco, o niente, si è parlato di Programmi. Abbiamo anche sostenuto che, a nostro avviso, occorreva che si rivedessero le forme, le strutture dei programmi elettorali. Ritenendo inutili e superati i programmi elettorali omnicomprensivi. Crediamo che anche su questo aspetto i partiti debbano rinnovarsi profondamente. Siamo convinti che in una democrazia pluralista, che intenda valorizzare il sociale e la partecipazione, i partiti (e le coalizioni) più che definire i programmi dettagliati devono presentarsi alle elezioni con una idea forte, capace di indicare orientamenti di massima, con una forte valenza valoriale, anche per ‘verificare’ l’omogeneità delle condizioni (e poi, eventualmente, fare una selezione delle priorità). Fatte queste considerazioni, a campagna elettorale in corso e con una preoccupante disattenzione al sociale dai temi dibattuti, qualche ulteriore considerazione, nel merito, ci sembra opportuna, anche perché alcune ‘scelte’ sono più eclatanti.
Emerge dal programma dell’Unione una eccessiva ‘sindrome’ dell’abrogazione (o della ‘radicale modifica’ come si dice da qualche giorno): non solo della legge Biagi o della Riforma Moratti, che noi ‘invitiamo’ a migliorare, ma non a demonizzare ponendo pregiudiziali ideologiche, ma meraviglia, per esempio, anche la completa e non motivata bocciatura del 5 per mille, senza illustrare alternative credibili; la filosofia che emerge è quella di aumentare la dipendenza del Terzo Settore dal pubblico: filosofia che non ci trova assolutamente d’accordo. Molto generiche poi le poche proposte sia sulle donazioni che per la cooperazione internazionale.
Sulla Famiglia il compromesso raggiunto nell’Unione è un passo avanti anche se rimangono ancora non poche ombre. Sicuramente più chiara su questo la posizione della CDL: la famiglia è la comunità naturale fondata sul matrimonio, e appare finalmente con chiarezza che il ‘rapporto’ fiscale è basato sul criterio del quoziente familiare puntando così a sostenere i nuclei familiari più numerosi.
L’auspicio adesso è che nello scontro mediatico in corso i contenuti non vengano completamente sommersi. Obiettivo per noi, dopo il 9 aprile, è rafforzare in questo Paese il collegamento col popolarismo Europeo se non lo si vuole consegnare definitivamente a poche oligarchie: è necessario per riaffermare le nostre radici cristiane, perché è necessaria la sua visione della centralità della persona, la sua visione capace di valorizzare i corpi intermedi, le rappresentanze sociali e le autonomie.
(*) – Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori