COMUNICATO STAMPA
SABATO MATTINA IL CARDINALE TURKSON A BERGAMO CON BESCHI E COSTALLI
Cinquant’anni fa, l’11 aprile 1963, il beato Papa Giovanni XXIII promulgava la Pacem in Terris, l’enciclica “sulla pace tra tutte le genti nella verità, nella giutizia, nell’amore, della libertà”. Per la prima volta, un’enciclica era rivolta non solo al clero e ai fedeli ma anche a tutti gli uomini di buona volontà di qualunque razza, religione, condizione sociale. Il Movimento Cristiano Lavoratori e la Diocesi di Bergamo ricorderanno sabato mattina a Bergamo, presso il Teatro alle Grazie, la figura del pontefice bergamasco e l’attualità “profetica” del suo “testamento spirituale”, che fu diffuso a soli due mesi dalla morte.
Al convegno parteciperanno tra gli altri il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, il vescovo di Bergamo Francesco Beschi, il presidente del MCL Carlo Costalli, l’economista Simona Beretta dell’Università Cattolica, don Francesco Poli, Direttore Ufficio pastorale sociale, del lavoro, dell’economia della diocesi di Bergamo e Nella Mazzoleni, presidente del Mcl di Bergamo, che aprirà i lavori alle 9,30. Durante il convegno sarà letto un messaggio di monsignor Loris Capovilla, già Segretario di Papa Giovanni XXIII.
La scelta di celebrare l’anniversario a pochi giorni dal 1° maggio non è casuale: quello è il giorno in cui i cristiani ricordano San Giuseppe Lavoratore. “Con questo convegno noi vogliamo riflettere – spiega il presidente Costalli – soprattutto sul ruolo del tema del lavoro nella Pacem in Terris che lo considera un diritto/dovere da svolgersi in condizioni dignitose, con equa retribuzione e necessario riposo, conciliando le esigenze della famiglia. Un’impostazione che il MCL ha difeso in questi anni, promuovendo la campagna sul riposo domenicale. Siamo particolarmente lieti di affrontare questa riflessione sotto la guida del cardinal Turkson”.
Il presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, nominato da Benedetto XVI e confermato da Papa Francesco, è un esponente di primo piano della chiesa cattolica in Africa. Recentemente, parlando alla Catholic University of America di Washington, ha sottolineato il provvidenziale legame tra il messaggio intrinseco di questa Enciclica e l’apprensione di Papa Francesco nei confronti della dilagante povertà. “Le questioni della guerra e della pace – ha ribadito il porporato – vanno lette nel contesto della solidarietà per i poveri e nel piano della creazione”. L’impegno della Santa Sede nel contrasto della corsa agli armamenti e nel favorire la costruzione della pace, ha sottolineato, si è dispiegato incessantemente in tutti i contesti internazionali e nel corso di tutte le crisi dell’era contemporanea.
Roma, 26 aprile 2013