L'esperienza più grave sembra essere passata e quindi ora credo che si possa, serenamente, passare anche a stendere qualche riflessione sulla gestione dell'epidemia sanitaria che è stata caratterizzata dal “ci sono ragioni di sicurezza, per la tua sicurezza”.
In pochi giorni quella che precedentemente veniva letta come la “stagione del rancore e dell'odio sociale” si è trasformata in un'esperienza che “vedeva tutti alla finestra per controllare il vicino”, per vedere cosa faceva e per chiamare subito le forze dell'ordine: il sistema spionistico ha funzionato...
Le libertà individuali venivano tutte “sacrificate” in nome della nostra sicurezza... e tanti ne erano pure “felici”! Immediatamente il Primo Ministro Conte, che a gennaio aveva dichiarato lo stato di emergenza nazionale (guardandosi però bene dal renderlo “pubblico” e pubblicizzarlo!) ha cominciato a “governare” con decreti sostituendosi, in nome della pandemia, al potere legislativo.
Anche se da troppo tempo si governa, purtroppo, solo con decreti legge, l'uso del Decreto del Presidente del Consiglio ha, di fatto, abolito qualsiasi forma di controllo, salvo le video conferenze.
Questo avveniva nell'Italia democratica ma non si può negare che “i pieni poteri”, dall'Ungheria alla Slovenia, siano stati, di fatto, esercitati in molti Paesi dell’UE. Solo nei regimi totalitari non si permette il controllo degli atti e nei vari decreti - sempre annunciati con enfasi a reti unificate - tra "incostituzionalità e "debolezze", molti degli aspetti in vigore gridavano la necessità di un controllo.
La paura, rafforzata da un uso costante di ogni forma di comunicazione, come macchina di odio si è ben presto appropriata della “psicologia” del cittadino ormai solo suddito di quel: “noi concediamo! Noi non permettiamo, noi questo lo autorizziamo”...
Non so bene quanto i media ci hanno nascosto e se quanto comunicato sia stato sempre detto in nome del “vero”, credo però che nel nostro Paese non si abbia un buon gruppo di esperti... giacché hanno brillato solo nel contraddirsi costantemente.
Ma la crisi sanitaria è stata davvero ottimale e propizia per rafforzare un'immagine che partiva debole, molto debole, e che oggi invece trova nei sondaggi “grande sicurezza”. Tutti i soloni (più di sinistra in vero) che ieri contavano i minuti di esposizione mediatica di altri Primi ministri hanno rotto i loro cronometri.
Non voglio comunicare l'idea, che non mi appartiene, sulla “non gravità” della pandemia: ma penso che l'aver scaricato sul “tuo comportamento personale” ogni responsabilità dei governi - che avevano distrutto il sistema nazionale sanitario con tagli infiniti (vero Mario Monti?) - non si debba considerare un fatto accettabile supinamente. Neppure durante le due guerre mondiali si erano limitate le libertà personali e civili con questa forza e l'isolamento nelle case ha rappresentato un “certo dispotismo”, rafforzato in strada dal comportamento autoritario, come non mai, delle forze di polizia, soprattutto quelle municipali.
Poi ci sono tante ed evidenti contraddizioni: le librerie si possono aprire, così come i negozi per bambini, chissà per quale incomprensibile motivo… mentre non è un genere di prima necessità l'acquisto di un deodorante per la casa (mi è capitato personalmente), ma il cognac lo puoi comprare sempre e ti serve per dimenticare!
Ci sarebbe da dire moltissimo sulla grande azione dell'enorme squadra di esperti assunta per sostenere le varie responsabilità e che il Dottor Colao ha guidato dal suo appartamento londinese, sempre in videoconferenza. Dalla distanza sociale a quella verso la Casta che nella torre eburnea cerca di trovare la medicina per curare i nostri mali e che, invece, riesce a realizzare il più grande disastro economico della nostra storia recente. Se non c'è stato il disastro totale lo si deve al ruolo della famiglia, che però poi non viene considerato a dovere nei vari decreti...
Oggi in molti si chiedono come sarà il nostro post Covid 19, se il liberismo sarà abbattuto, se la burocrazia continuerà a dominarci, quale sarà il ruolo della tecnologia e quale futuro ci sarà per l'Ue che viene attaccata dai sovranismi.
Non è facile intervenire sugli scenari che potranno aprirsi: il governo è stato bravo nel trasmettere la paura per il coronavirus, ma noi sappiamo che oltre a quello si può morire per fame, per altre forme di insufficienza sanitaria, per mancanza di prospettive (i tanti suicidi di questi giorni di cui la TV omette di parlarci)...
È necessario tornare a produrre reddito e valore!
Interventi, più sulla carta che reali, a pioggia danno la sensazione di un “aiuto dello Stato”, ma poi troviamo la Santa burocrazia che non riesce neppure a pagare la cassa integrazione di febbraio.
Di sussidiarietà non si parla e la solidarietà sembra essere l'unica ragione di vita di un mondo cattolico non all'altezza con la capacità di saper contribuire a vincere i dogmatismi - che ci sono molto cari - per fare “cultura”.
Saremo certamente tutti più vulnerabili e, già da ieri, comprendiamo come le grandi questioni del fisco, della scuola, dell'imprenditorialità, finiscano con l'essere ostaggi della burocrazia che ormai blocca, sul nascere, qualsiasi progetto: scrivere un decreto di oltre 400 pagine, in fondo, cosa rappresenta se non il trionfo della burocrazia…
L'Ue ha dimostrato tutta la sua fragilità e la sua difficoltà nel comprendere il senso della solidarietà.
Intanto noi continuiamo a sbagliare cercando il nuovo leader e tralasciamo di ragionare: sul programma, sui contenuti, sui valori fondamentali...
Cambia la maschera ma in fondo il cambiamento resta solo un desiderio.
Piergiorgio Sciacqua