La notte del 9 novembre 1989, insieme al muro di Berlino crollò tutta la storia che era stata costruita, all'indomani della II guerra mondiale, con il Patto di Varsavia; poco dopo crollava anche l'URSS che veniva coinvolta in un processo di cambiamento che oggi non può ancora essere democraticamente definito.
A venticinque anni da quella storica notte, piena di giovani e di popolo in festa - a Berlino ma anche in tutti gli altri Paesi del "Blocco" - il mio primo ricordo va al 1981 quando ho avuto la possibilità di "attraversare quel muro" per andare all'EST e toccare con mano "l'ordine" di un luogo surreale e simboleggiato dalle tombe di giovani che avevano cercato di oltrepassarlo.
Nella storia i "muri" hanno sempre avuto un "ruolo di difesa e di protezione" - e le mura della mia Lucca ancora oggi ne sono una pacifica ed artistica testimonianza! - ma a Berlino il Muro serviva ad impedire i contatti, bloccava le persone e con esse la storia di tante famiglie che, in piena guerra fredda, nell'agosto del 1961 si trovarono assurdamente separate in nome della "democrazia socialista".
Il crollo ha aperto una stagione nuova ed ha suscitato grandi speranze: il crollo ha chiuso il "secolo breve!", ed un grande spiraglio di pace veleggiava in tutto il mondo.
Ben presto le schegge di quel muro causarono lutti e tragedie nei Balcani dove l'aria nuova riportava alla luce tutte le fratture storiche, culturali e religiose che Tito aveva cercato di opprimere con una dittatura comunista "artatamente" considerata una "terza via" e sostenuta con simpatia anche dalla sinistra italiana.
Anche i comunisti italiani, dopo l'avvento di Berlinguer alla segreteria del PCI, hanno cercato di affascinarci con la proposta di un "eurocomunismo" che apparentemente centrato sul progetto europeo avrebbe finito col dare il colpo mortale ad una società in difficoltà, ad un mondo libero che cercava di contrastare il comunismo con ogni mezzo legale e che voleva esercitare nella libertà una esperienza democratica ancora giovane e debole.
Il muro che crolla pone tutti davanti a nuove responsabilità: la sinistra sconfitta dalla storia, riuscì, nel nostro Paese, a sopravvivere - con tutta la stessa classe dirigente del PCI! - cercando di interpretare il fascino del "moderno" ed incarnando l'astio dello sconfitto che "poteva ora conquistare il potere"!
La Bolognina in Italia rappresentò proprio quel tentativo di rivincita - sostenuto apertamente da buona parte della Magistratura! - che un popolo travolto dai fatti di tangentopoli rischiava di accogliere ed approvare.
Gli eredi della tradizione DC non compresero a fondo i cambiamenti culturali che invece seppe interpretare Sivio Berlusconi, vincitore della prima nuova esperienza politica italiana all'indomani del crollo del Muro di Berlino.
La Germania di Helmut Kohl ha invece saputo leggere gli avvenimenti ed incarnare le speranze unitarie di un popolo; l'unificazione del Paese, voluta dalla DC, oggi rappresenta nell'Europa unita la sicurezza per uno sviluppo democratico sempre più partecipata anche da tutti i Paesi confinanti oggi membri dell'UE.
Non si pensava certo che la prospettiva, in una società senza più la guerra fredda, fosse costellata da difficoltà di ogni tipo quali quelle della guerra e della crisi economica.
La speranza di molti venne interpretata da Giovanni Paolo II con grande determinazione! Le Sue parole all'Europa, ed al mondo intero, costituiscono ancor oggi l'esempio di dedizione all'uomo ed alla sua libertà.
Il Papa che con forza - ma inutilmente - chiede all'Europa di riconoscere le sue radici cristiane ci aveva ammonito sui pericoli che la costruzione della nuova società avrebbe incontrato e, più tardi, ci chiedeva di "lavorare per globalizzare i diritti dei lavoratori in tutto il mondo"!
Siamo ancora in ritardo, ne paghiamo le conseguenze...
Tra pochi giorni Papa Francesco, dal Parlamento Europeo di Stasburgo, parlerà all'Europa: io credo che il Suo messaggio, ancora una volta centrato sulla libertà della persona umana, saprà guardare alla costruzione di una nuova società che sia libera dal condizionamento economico e completata in una vera compartecipazione civile di tutti gli esclusi.
Berlino, che ha rappresentato dopo il 1989 il senso di una grande speranza, ci insegna che l'uomo da solo non riesce a costruire qui sulla terra quel paradiso terrestre che noi sappiamo essere il nostro vero obiettivo… per domani.
Piergiorgio Sciacqua